In un recente articolo del Corriere della Sera, Aldo Grasso traccia un interessante viaggio nel mondo della tv per i ragazzi. Al di là dei discorsi di carattere nostalgico e melanconico, che, volendo, lasciano il tempo che trovano, Grasso identifica con grande lucidità e precisione le potenzialità di sviluppo di questo tipo di televisione. Scomparsa probabilmente per sempre dalle grandi praterie della tv generalista, soprattutto a causa di palinsesti complicati e frammentati, la tv per ragazzi sta risorgendo a nuova vita sul digitale terrestre e sui canali satellitari. Il tutto senza che gli adulti si rendano realmente conto di quel che sta accadendo. In Italia si possono contare ben 13 canali dedicati ai ragazzi di varie età e ben 9 pacchetti di servizi on demand. Si tratta di realtà industriali che sono in continua crescita e che dietro a fantomatici nomi anglo-americani, spesso celano produzioni molto locali. I piccoli telespettatori sono coccolati come non mai e, se le case di produzione hanno fatto bene i loro conti, il fatto di allevare un’intera generazione a “pane, nutella e digitale terrestre” ci regalerà una platea di giovani adulti abituata a consumare prodotti on demand. Capaci cioè di garantire a loro stessi la massima soddisfazione e alle case di produzione la massima redditività. Lo scenario è dunque di indubbio interesse, sebbene il proverbiale scetticismo nei confronti dell’offerta contenutistica del Dtt – anche nel caso di cartoon e tv per ragazzi – può ridurre vertiginosamente le formidabili aspettative dei consumatori. (Davide Agazzi per NL)