Ha il via anche in Italia, dal 24 giugno, il rebranding del servizio SVOD di Sky che diventa Now Tv, come già fatto nel Regno Unito nel 2012. L’obiettivo è offrire un servizio meno caro, aumentare i contenuti e proporli tutti in HD.
Sky online cambierà nome in Italia dal 24 giugno e diventerà Now Tv, andando incontro ad un rebranding che prevede l’adeguamento ai prezzi oggi offerti dai nuovi operatori del settore (in particolare quelli OTT); interessante notare come il nuovo nome non includa la parola Sky, che è invece presente in praticamente tutti gli altri prodotti offerti dal gruppo, probabilmente per far sì che il servizio sia più agevolmente percepito come rivolto ad utenti con esigenze di costi più bassi, posizionamento che Sky non ha con il suo business principale. Il brand Now Tv esiste già dal 2012 nel Regno Unito e, il prossimo 24 giugno, approderà anche in Italia; prossima tappa prevista è la Germania, per poi spostarsi in tutti gli altri mercati europei, anche quelli in cui la pay tv di Murdoch ancora non compete. Dalle poche informazioni diffuse da Sky, sappiamo che la nuova offerta, oltre ad avere prezzi più competitivi (attualmente Sky online costa 16,99 euro al mese, ben più in alto dei 10 di Netflix), mirerà ad aumentare i contenuti offerti e a proporre i propri prodotti interamente in HD entro fine anno. Il servizio sarà immediatamente disponibile, previo aggiornamento software, a chi già possiede uno Sky tv box ma, più interessante, sarebbe un’eventuale compatibilità con prodotti sempre più diffusi come Apple Tv, Smart Tv (non solo Samsung) e Chromecast. L’ambito dello streaming a pagamento non ha rappresentato finora un business rilevante per Sky, che non ne comunica i dati di diffusione, ma il settore promette di aumentare il suo dinamismo nel corso del 2016; oltre all’espansione di Netflix concentratasi soprattutto a fine 2015, dovrebbe vedere la luce anche il progetto affine di Vivendi, che mira ad unire i servizi SVOD Infinity, con i suoi 600 mila clienti italiani, Canalplay che ne porta 500 mila dalla Francia e Watchever, con 300 mila tedeschi iscritti. Nel caso specifico del nostro paese, a questi tre player, bisogna aggiungere i 500 mila clienti di TimVision e gli altrettanti iscritti di Chili Tv, che però, va sottolineato, non sottoscrivono un abbonamento ma pagano singolarmente ogni contenuto. Se nel nostro paese il mercato SVOD non va oltre il milione di clienti attivi (anche se alcune stime parlano di un raddoppio entro la fine di quest’anno) il business diventa rilevante se si vuole operare a livello internazionale o, almeno, europeo. E’ la strategia utilizzata da Netflix, che sebbene conti qualche centinaio di migliaia di utenti in Italia (dati non ufficiali in quanto il gruppo non ne diffonde) ne conta 80 milioni circa nel mondo; un sistema che riesce ad accrescere la massa critica di utenza e a portare a conseguenti economie di scala molto influenti in questo ambito operativo. (E.V. per NL)