Silvio Berlusconi smentisce le voci su una possibile cessione di Mediaset a Vivendi; sul piatto sembrano esserci sinergia fra le pay tv e anche sul mercato online, ma non è da sottovalutare anche la cessione delle torri di Inwit.
Nessuna cessione di Mediaset a Vivendi, così si esprime Berlusconi senior sulle continue voci a riguardo, non mancando però di sottolineare che “dell’azione di Vivendi e di tutto il resto sulla Tv se ne occupa mio figlio Pier Silvio”. Ieri, a seguito delle smentite sulla vendita, il titolo Mediaset ha aperto la mattinata perdendo l’1,43%, nuovo segnale lanciato dai mercati al Biscione. Le voci sul passaggio di proprietà si susseguono ormai da diverso tempo e sono passate da un’iniziale probabile vendita di Mediaset Premium al gruppo francese a una possibile joint-venture della pay tv italiana con la francese Canal+. Adesso, si arriva addirittura a ipotizzare un passaggio di proprietà di Mediaset, un’ipotesi che però Berlusconi esclude. Stando a quanto afferma Repubblica, si sarebbe già delineato un accordo fra le due parti consistente in uno scambio azionario che garantirebbe ai francesi la gestione dei canali di Mediaset Premium. Tutto allo scopo di risollevare le sorti dell’operatore pay italiano e di quello francese (Canal+) , che non navigano in buone acque ormai da diverso tempo. Non dimentichiamo però che anche l’ascesa di Bolloré in Telecom era partita da alcune azioni per poi arrivare lentamente alla posizione di azionista di maggioranza. Alle collaborazioni sul mercato pay, si aggiungono le voci sul progetto voluto proprio da Vivendi per la creazione di un nuovo player over the top, un anti-Netflix. Un’operazione che Bolloré avrebbe affidato a Tarak Ben Ammar, imprenditore franco tunisino da anni operante nel settore delle produzioni cinematografiche. Il nuovo soggetto nascerebbe mettendo insieme Canal Play (Canal Plus), Infinity (Mediaset), Yomvi (Telefonica) e Watchever (Vivendi in Germania) e due o tre major con cui si sono intavolati i discorsi. Il tutto per creare la piattaforma Watchever, con il fine ultimo di arginare il colosso Netflix che, al netto delle ben poco realistiche ipotesi riguardanti una vendita del servizio SVOD di Hastings, ha raggiunto una diffusione e un volume di cassa tali da potersi permettere di sostenere da solo la guerra delle pay tv. Inoltre, non si tratta soltanto di contenuti e piattaforme televisive: anche il mercato delle torri di trasmissione riguarda indirettamente i due operatori. I già discussi cambiamenti nel settore che, molto probabilmente, lo condurranno nel prossimo futuro a orientarsi verso la logica del low tower low power, hanno spinto EI Towers (controllata di Mediaset) a interessarsi all’acquisto del 45% di Inwit, che gestisce le torri di Telecom Italia. Inwit fa capo a Telecom stessa, il cui azionista di maggioranza è, come già detto, la francese Vivendi che, se mettesse le mani su Mediaset, potrebbe finire per garantirsi un significativo controllo su una risorsa che sarà strategica nel prossimo futuro. Non sarà casuale, allora, l’opinione di diversi analisti i quali ritengono che sia proprio la stretta del gruppo francese su Telecom a spingere per una cessione veloce di Inwit a EI Towers. (E.V. per NL)