Mediaset ha richiesto il sequestro del 3,5% delle azioni di Vivendi, la quota che avrebbe dovuto ottenere dai francesi in cambio di Mediaset Premium e del 3,5% di Mediaset. Il limite per adempiere al contratto era fissato al 30 settembre, cioè due settimane fa.
E così il Biscione ha, almeno per il momento, disatteso le aspettative di molti (noi inclusi) trascinando in tribunale i bretoni: per l’8 novembre è stata fissata, dal giudice civile di Milano Vincenzo Perrozziello, l’udienza per discutere il ricorso. Il tempismo di Mediaset, è probabilmente dovuto a quanto emerso dalla recente assemblea dei soci: Premium è diventata una voragine insaziabile per Cologno, tanto da aver richiesto una ricapitalizzazione che, appena resa ufficiale, ha causato un calo del 4% circa del titolo di Mediaset. Secondo quanto stimato dagli italiani, il gruppo subirà una perdita di circa 50 milioni per ogni mese di ritardo nell’adempiere all’accordo firmato nei mesi scorsi e, per questo, hanno richiesto al tribunale di obbligare Vivendi a rispettare il contratto che, secondo la loro tesi, sarebbe vincolante, mentre nelle scorse settimane i francesi lo hanno spesso dipinto come un preliminare. In ogni caso, il problema principale rimane sempre lo stesso: secondo i francesi, il piano di break-even di Mediaset è semplicemente irrealizzabile (come del resto confermato dagli analisti di Deloitte e dal profondo rosso dei conti); dal Biscione non hanno, ad onor del vero, mai contestato quest’affermazione limitandosi a richiedere il rispetto del contratto. Vivendi, che aveva cercato di avanzare più volte proposte differenti, probabilmente si difenderà o sostenendo la natura non vincolante del contratto, oppure sostenendo che la firma sia stata ottenuta abbellendo un po’ i numeri e spogliandoli della realtà dei bilanci. (E.V. per NL)