Dopo un lungo tira e molla fatto di indiscrezioni e smentite, lo scorso venerdì Mediaset ha ufficializzato l’accordo con Vivendi che consiste in uno scambio azionario fra le due aziende e la cessione di Premium ai francesi; adesso si lavora sulle sinergie per fare concorrenza ai top player sia online che sul satellite.
“Mediaset Premium non sarà ceduta a Vivendi”; questo è quanto diceva Piersilvio Berlusconi il mese scorso riferendosi alle indiscrezioni che si susseguono ormai da un paio di mesi riguardo a una cessione della pay tv al gruppo di Bolloré. Dopo una continua altalena del titolo borsistico del Biscione durata settimane, alla fine, come previsto da questo periodico a più riprese, Mediaset ha deciso di mozzare l’arto in cancrena: il 100% di Premium passerà ai bretoni di Vivendi. E la scarsa fiducia dei mercati nell’operato di Cologno in questo settore si conferma per l’ennesima volta: annunciata la vendita il titolo è in continua salita ed è arrivato a crescere del 5,3%. Adesso resta solo da definire i dettagli di questa tanto chiacchierata sinergia; com’era stato discusso nelle settimane passate, Vivendi e Mediaset si scambieranno rispettivamente il 3,5% delle proprie azioni che, tuttavia, ha un valore ben diverse visto che la capitalizzazione del gruppo francese è oltre cinque volte superiore a quella del Biscione (24 mld vale Vivendi e 4 Mediaset). A compensare la differenza nei valori delle azioni c’è appunto Mediaset Premium, la pay tv che ha causato più dolori che altro fino ad oggi. Interessante la clausola secondo la quale Vivendi non potrà superare la quota di partecipazione del 5% per i primi tre anni; evidentemente a Cologno hanno pensato di evitare, almeno per il momento, di fare la fine di Telecom Italia. Adesso, l’unica cosa che resta da capire è il possibile terreno di sviluppo che i due operatori avranno insieme; da una parte, infatti, c’è Infinity, ora completamente in mano a Vivendi, che può lavorare insieme a Overwatch, altro servizio SVOD offerto in Germania dai francesi, per frenare l’avanzata degli over the top come Netflix, che già hanno turbato il mercato pay oltreoceano e stanno intraprendendo la stessa strada nel vecchio continente; inoltre, questo tipo di servizio andrebbe anche a contrastare il set top box recentemente lanciato da Sky. Oltre all’on demand, ci sono le due pay tv: Canal+ e Mediaset Premium, due emittenti che da sole semplicemente non funzionano e che insieme (almeno questo è quello che si spera) potrebbero riuscire a ingranare la marcia una volta per tutte; il problema su questo fronte si chiama Sky, e non è da poco. Quella di Murdoch è sicuramente la pay tv leader in Europa e non sarà facile cercare di competere con un colosso di queste dimensioni; secondo alcune indiscrezioni, Bolloré avrebbe intenzione, a questo scopo, di spostare le attività di Premium sul satellite in modo da poter creare un’offerta più ampia e offrire anche una qualità superiore, investendo su HD e 4k. Ma a Berlusconi junior il satellite proprio non piace, probabilmente per via della poca esperienza nel settore che comporterebbe la necessità di cedere ulteriore terreno ai bretoni; la cosa lo avrebbe già spinto a puntare i piedi sull’argomento ma rimane sempre il fatto che Vivendi, in questo accordo, ha un peso specifico decisamente maggiore che può agevolmente consentirle di mostrare i muscoli, laddove sia necessario. Per il momento, l’accordo attende la sua conclusione formale che dovrebbe arrivare per la fine del mese di settembre. (E.V. per NL)