I soliti pasticci italiani. Romani anticipa la migrazione di due/tre anni e poi s’inchioda sul primo passaggio. Che avrebbe dovuto essere il più semplice.
La data per lo spegnimento della tv analogica in Sardegna è fissata al 31 ottobre p.v., ma forse, anzi probabilmente, slitterà.
Come emerge dal rapporto 2008 sul ‘Sistema dei media locali in Sardegna’, redatto dal Comitato regionale sardo per il servizio radiotelevisivo in collaborazione con la Fondazione Rosselli mancherebbero infatti ben 6.650.000 euro per gli investimenti delle tv locali, chiamati a risintonizzare in gran parte gli apparati trasmittenti e ad adeguarli alla tecnologia numerica. E senza soldi non si traghetta un bel niente.
Per il Corerat le emittenti locali potrebbero approfittare degli introiti pubblicitari che il governo starebbe per stanziare allo scopo di promuovere una campagna di sensibilizzazione allo switch-off sui media locali sardi. Ma si tratta di poca cosa: 4 mln di euro la cui distribuzione, oltretutto, potrebbe non essere uniforme.
Allo stato in Sardegna trasmettono in DVB-T 12 emittenti generaliste regionali ma solo due (Videolina e Sardegna Uno,) coprono tutta l’Isola. Secondo gli ultimi dati del MSE-Com, i decoder acquistati con i contributi pubblici sono stati 241 mila.
CAGLIARI – Dal rapporto si evince che le testate editoriali attive sono 535 (20 tv, 50 radio e 465 stampa) con 358 giornalisti occupati (il 2% sul totale nazionale). Il fatturato complessivo delle aziende è di circa 86 milioni di euro, con la carta stampata che raccogli quasi l’80% del mercato (67,47 milioni di euro) rispetto al 14,6% delle emittenti televisive (oltre 12,5 milioni di euro) e il 7% delle radio (6,23 milioni). La raccolta pubblicitaria in Sardegna vale, invece, 46 milioni di euro (65% ai quotidiani, 9,8% alla tv e 5,3% alle radio). Riguardo alla sola televisione, le emittenti locali registrano ascolti superiori alla media nazionale (7,88% con uno share del 12,20 rispetto al 6,45 e all’8,34 di share per le tv locali in Italia).
Nel 2007, la Sardegna, si colloca inoltre al quinto posto nella graduatoria delle regioni con il maggior numero di lettori di quotidiani (50,6% rispetto al totale della popolazione con 214.454 copie vendute nel 2006, ossia 129 copie ogni 1.000 abitanti). I tre principali quotidiani sardi (L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna e Il Sardegna – Epolis) superano di gran lunga le vendite dei quotidiani nazionali.
Nel rapporto non manca il riferimento alla Svolta digitale delle tv. Il definitivo switch-off del 31 ottobre, che in Sardegna segnerà il passaggio dall’era della televisione analogica a quella digitale terrestre, secondo il Corerat, “appare improbabile”. Mancano ancora, tra l’altro, 6.650.000 milioni di euro per gli investimenti delle tv locali. Dall’analisi emerge che la causa di un eventuale ulteriore slittamento per il passaggio al digitale è legata al ritardo nell’assegnazione delle frequenze che “comporta ingenti investimenti” per la riconversione degli impianti “che scoraggiano soprattutto i piccoli operatori”. Attualmente, in Sardegna trasmettono sul digitale terrestre 12 emittenti generaliste regionali ma solo due (Videolina e Sardegna Uno,) coprono tutta l’Isola. Secondo gli ultimi dati del Ministero delle Comunicazioni, i decoder acquistati con i contributi pubblici sono stati 241 mila.
Riguardo poi ai periodici on line, il rapporto evidenzia che i giornali che pubblicano le notizie esclusivamente su internet, come Sardegna Oggi News, sono 10, mentre quelli che affiancano anche la versione cartacea sono 15.