Tv. “Papà scherzava, non temiamo Sky”. Pier Silvio tra futuro e strategie

(Repubblica – Silva Fumarola) – Quarant’anni tra un mese, seduto alla sua scrivania ordinarissima, il vicepresidente di Mediaset Pier Silvio Berlusconi chiede il permesso prima di accendere un sigaro. Libreria con otto schermi accesi ma senza audio, un busto del padre che faceva parte del gioco Fattore Rai Bonolis. Racconta le nuove strategie, il duello con Sky («Non c’è guerra, vogliamo conquistare il nostro spazio»), la fine del rapporto con Mike Bongiorno («Non potevamo firmare un contratto in esclusiva senza avere un progetto, non è più tempo»), gli investimenti. «La crisi c’è, ma noi continuiamo a investire. Corriamo il rischio d’impresa. C’è stato un calo della pubblicità, sono dati Nielsen, del 19%. Per noi è il 12%: è tanto, ma è meno della media. Da quello che si legge Mediaset è vista come un’azienda che fa solo tv generalista, che difende la propria posizione a qualunque costo. Pregiudizio che mi fa soffrire perché è vero il contrario: è l’unica azienda editoriale in Italia che sta guardando avanti e investe rischiando».
 
Sembra cambiato il clima con Sky.
 
«Sky che è vista come il nuovo, in realtà fa solo il suo mestiere, la pay tv. Noi, con Premium abbiamo avuto coraggio: unici al mondo, siamo entrati nella tv a pagamento col rischio di farci concorrenza da soli. Siamo consapevoli che la televisione generalista, come business, è matura, ma sarà sempre la sola tv vista da tutti».
 
Suo padre ha definito Murdoch il nemico.
 
«Scherzava. Certo Sky è un concorrente temibile, ma intanto con la nuova offerta Premium in un anno abbiamo raggiunto tre milioni 225 mila tessere attive, numero superiore alle nostre aspettative».
 
Che ha pensato quando suo padre ha convocato Fiorello?
 
«Gliel’ho anche detto: "Ma lo sai che hai fatto il miglior spot a Sky che ci possa essere?". Lui si è messo a ridere».
 
Vendete a Sky contenuti: continuerete?
 
«Da un punto di vista generale sì, ma alcuni contenuti che possono dare forza a nostri nuovi canali, in futuro valuteremo caso per caso se cederli».
 
Cos’è successo con Mike Bongiorno?
 
«Con tutto il rispetto l’onore la gloria che Mike si merita, è successo che in un momento in cui Mediaset, come tutti, razionalizza costi, un oneroso contratto di esclusiva non è stato rinnovato in automatico. Mike potrebbe essere in onda domani con un suo programma; ma questo non significa pagare l’esclusiva a prescindere».
 
A maggio scade il contratto con Bonolis.
 
«Per Paolo abbiamo in mente progetti».
 
È sicuro che torni?
 
«Rimango a quello che mi ha detto: lavorerà a progetto».
 
Maria De Filippi è legata a voi per altri 5 anni.
 
«E sono felice, è una grande. Con Maria siamo partner al 50% in Fascino è chiaro che lei ha voglia di fare cose nuove. Da parte nostra la voglia è corrisposta. Non escludo che nostri gruppi creativi non possano dare vita a nuovi progetti per il digitale terrestre».
 
In Sardegna i dati dello switch off, lo spegnimento del canale analogico, davano in calo le reti Mediaset.
 
«È stata la prima regione in Italia, e il pubblico si è trovato a scegliere tra 59 canali gratuiti. Una rivoluzione. Un’offerta maggiore porta frammentazione d’ascolto. Le tv generaliste hanno perso circa solo il 2%, e noi abbiamo già più che compensato con Boing e Iris».
 
La nuova alleanza satellitare con Rai e Telecom Italia Media fa pensare a un baluardo contro Sky.
 
«Tivù Sat è nato per coprire al 100% il territorio, ci sono zone dove il segnale terrestre non arriva. L’offerta sul satellite garantirà a tutti la visione delle reti gratuite».
 
Il caso Mentana è in mano agli avvocati?
 
«Non lo so. Io non l’ho più sentito».
 
Riprenderebbe la stessa decisione?
 
«Assolutamente sì, ahimè. E lo dico perché mi dispiace, continuo a ritenere Mentana un ottimo professionista. Ma fare finestre di Matrix sul caso Eluana dentro Grande fratello era sbagliato sotto tutti i punti di vista. Prima di tutto editoriale».
 
Di Pietro ospite in più puntate non c’entra?
 
«Se c’erano problemi che hanno portato a un eccesso di nervosismo suo e nostro erano legati al palinsesto, agli orari, ai break, ma non a questioni politiche».
 
Come le sembra la nuova Rai?
 
«Non conosco abbastanza per dare opinioni sensate. Spero che sia professionale: ne ha bisogno la Rai e la televisione».
 
Della Rai chi le piace?
 
«Luciana Littizzetto, a chi non piacerebbe averla? Ma chi mi piace e chi sarebbe giusto per Mediaset sono due cose diverse».
 
Vuol dire che apprezza la Gabanelli?
 
«Sì. A me Report piace».
 
Quante volte al giorno la chiama suo padre?
 
«Non c’è una regola. Ogni due, tre giorni, chiacchiere tra padre e figlio. Non gli parlo di tv ha ben altro da fare».
 
Su Fiorello sembrava attento.
 
«Ma bisogna capire com’è mio padre: lui è fatto così ed è affascinato dal talento. Ha sempre stimato Fiorello, è stato un atto spontaneo». 
 

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