Amazon e Netflix stanno testando nuovi sistemi di accesso alle loro enormi librerie di contenuti, con l’obiettivo di aumentare l’engagement dei propri utenti. Ed ecco la cosa interessante: questi metodi sono più vicini alla TV lineare tradizionale di quanto i loro nomi facciano pensare.
Il cammino verso l’on-demand
Come sappiamo, la TV tradizionale e’ lineare. Cioè, il palinsesto viene definite centralmente, e i programmi sono proposti sequenzialmente ad orari prestabiliti (e non sempre rispettati).
I videoregistratori anticipatori dell’on-demand
In passato i videoregistratori ci hanno fornito la prima possibilità di crearci un palinsesto personale. Successivamente gli operatori satellitari (Sky in Italia) hanno proposto dei box avanzati che includevano hard-disk su cui venivano scaricati i contenuti trasmessi via satellite, per una fruizione time-shifted, ovvero successiva alla messa in onda.
TiVo
Negli stati uniti ci fu anche il fenomeno TiVo: già dalla fine degli secolo scorso, il device permetteva di registrare su hard-disk i programmi trasmessi dalla TV analogica tradizionale. Con funzioni avanzate quali la programmazione in un solo comando di intere serie TV e la gestione automatica dei conflitti. Era il caso, per esempio, della registrazione di due programmi in onda contemporaneamente: TiVo definiva una priorità rimandando la registrazione di quello a bassa priorità ad un’eventuale successiva messa in onda.
Netflix
Nel 2007, cioè da quando la velocità degli accessi internet casalinghi lo ha permesso, Netflix e’ stata pioniere nel mettere a disposizione dei suoi clienti una libreria di film e telefilm on demand. Fin da subito i responsabili della società si sono però resi conto della necessità di aiutare gli utenti nella selezione dei contenuti.
Cosa guardiamo questa sera?
Domanda alla quale fa seguito un’interminabile navigazione tra titoli, sovente con opinioni divergenti all’interno della famiglia, rispetto a quale scegliere.
L’algoritmo
La soluzione adottata dalla società californiana passa dall’ennesimo algoritmo. Il discorso sugli algoritmi di raccomandazione (o proposizione di contenuti) e’ particolarmente affascinante e, nel campo dei social network, e’ anche uno dei temi più dibattuti del momento, su cui torneremo presto.
Il problema della scelta
In ogni caso – anche a fronte dei suggerimenti degli algoritmi – il problema resta attuale. Quando finalmente ci concediamo qualche ora di intenerimento serale, le scelte continuano ad essere troppo numerose. E le infinite possibilità rischiano a volte di stressarci più che aiutarci al relax di fine giornata.
Un nuovo tipo di lineare
Nel luglio del 2020 e’ apparsa la notizia che Amazon Prime Video stava lavorando su un progetto riguardante svariati canali televisivi lineari. Come spesso accade, la fonte non è un comunicato della società stessa, ma una serie di job posting.
Il segreto di Echo
In seguito non abbiamo avuto ulteriori informazioni. Tuttavia, Amazon e’ capace di lavorare ai progetti importanti nel massimo segreto (come dimostro il prototipo Echo, apparso dal nulla anni fa). Quindi non si può escludere qualche novità ad effetto nel corso del 2021.
Pluto TV e Xumo
Significativo ci pare il fatto che questa mossa sia stata posizionata da alcuni commentatori statunitensi come una risposta al crescente successo di successi quali Pluto TV e Xumo (definiti “digital linear channels designed to emulate the experience of traditional broadcast programming”).
Re-packaging
Nel caso di Amazon pare si tratterebbe non di contenuti aggiuntivi, ma di una sorta di re-packaging di contenuti della library esistente: insomma un’alternativa all’algoritmo. Oppure no: altre fonti parlano infatti di contenuti live sportivi e informativi. Che sarebbero in questo caso una novità per la piattaforma.
In ogni caso, a quanto pare, non si tratterebbe dell’ennesima riproposizione dei tradizionali canali dei broadcaster legacy (già disponibili ad esempio via Youtube, la app Twitter su Apple TV ed altre app), ma di un mix live creato da Amazon stessa.
Play Something
E’ invece più recente la notizia che Netflix starebbe, a sua volta, sperimentando una modalità alternativa all’on-demand. Per ora è un bottone Play Something (o shuffle), che selezionerebbe in modo parzialmente casuale un contenuto dalla library. O meglio, parzialmente casuale; perché apparentemente non si tratta di un contenuto curato da un editor (come dovrebbe essere per Amazon), ma proposto da un algoritmo. Più precisamente da una AI che ha appreso qualcosa dei gusti nostri e delle altre persone a noi affini.
Il bottone shuffle e la tv lineare
Appare comunque chiaro che un bottone shuffle che ci crea una lista di contenuti personalizzata e li fa partire automaticamente uno dopo l’altro (intervallati oltretutto da promo) risulterà essere un’esperienza televisiva abbastanza tradizionale. Se la AI si rivelerà all’altezza, sarà come se avessimo trovato il canale ideale, che trasmette sempre e solo quello che ci piace. (M.H.B. per NL)