A quanto pare dovremo abituarci a clamorose invasioni di campo come quella recentemente effettuata da Orange-France Telecom, primo operatore telefonico transalpino, ai danni di Canal+, la madre di tutte le pay tv. Come tutti i guru dei media non si stancano di ripetere, il futuro del settore telecomunicazioni è basato sulla convergenza tra i vari mezzi e sull’offerta di contenuti qualificati. Seguendo questa logica la compagnia di telefonia cellulare Orange lancia un’offerta che sembra essere molto allettante. A partire da settembre gli utenti Orange potranno, a fronte di un abbonamento mensile, avere accesso a un consistente pacchetto di film e serie tv in esclusiva. Il tutto grazie ad un accordo stipulato con i colossi americani Warner Bros e Hbo, una garanzia in fatto di qualità delle produzioni cinematografiche e televisive. La cosa più interessante è che il pacchetto di contenuti offerto da Orange sarà accessibile attraverso tre canali differenti: videofonino, pc e televisione. Praticamente, l’abbonato Orange sarà sempre nelle condizioni di seguire i suoi programmi preferiti, si trovi esso in viaggio, in ufficio o comodamente seduto sul divano di casa sua. Si tratta di una mossa dalla portata rivoluzionaria che metterà sicuramente in qualche difficoltà Canal+, storico leader del mercato francese dei contenuti a pagamento. Sino ad ora la cugina della nostra vecchia Telepiù operava in regime di sostanziale monopolio, contando su un nutrito gruppo di circa otto milioni di abbonati. Ora invece dovrà accettare la concorrenza agguerrita di nuovi e più efficaci competitor. Difficile fare delle previsioni sulle conseguenze dell’ambizioso progetto di Orange. Ancora non è dato sapere infatti quale sarà il prezzo dell’abbonamento che l’operatore telefonico richiederà di pagare per la sua offerta multi-canale. Non è azzardato però ipotizzare che saranno in molti a farsi tentare da quella che si configura come la più completa proposta mai fatta. A vincere sicuramente saranno i francesi, ben contenti di vedere ampliata la propria possibilità di scelta. Chissà, anche noi italiani ci troveremo nelle stesse condizioni? (Davide Agazzi per NL)