Roma – “Un disastro da milioni di sterline”. “Una colossale dimostrazione di incompetenza”, e ancora “un progetto privo di visione e di flessibilità”. Sono questi i commenti che si leggono in rete a proposito di iPlayer, il costoso e ambizioso progetto portato avanti da BBC per mettere a disposizione dei navigatori l’intera produzione attuale e passata presente nei suoi archivi. Un progetto, almeno per il momento, fallito.
The Register riassume le puntate precedenti: iPlayer, o meglio il progetto che sta dietro iPlayer, nasce nel 2003 per garantire la sopravvivenza e l’accessibilità dei materiali presenti nelle teche dell’emittente radiotelevisiva pubblica britannica. Un progetto da 130 milioni di sterline, più di 180 milioni di euro, di cui iMP (poi ridenominato iPlayer) avrebbe dovuto essere il terminale sul World Wide Web.
Un progetto che tuttavia è stato definito da ex-collaboratori una sorta di “Babilonia” moderna: sprechi, dirigenti al lavoro su diverse parti dell’applicazione senza tenere conto degli obiettivi comuni, uno staff lievitato fino all’incredibile cifra di 400 addetti, l’inspiegabile cancellazione dello streaming dal player.
Il risultato, quasi 5 anni dopo, è un modesto plugin per Internet Explorer, che funziona solo su Windows XP, spreca un mucchio di banda e non consente di fruire liberamente dei contenuti: il DRM condiziona pesantemente l’accessibilità, per via della finestra di tempo entro la quale è possibile visualizzare il contenuto scaricato prima che si trasformi in spazzatura. Il tutto senza tener conto degli sviluppi della NetTV occorsi in questi anni, di cui Joost e Miro sono solo due dei molti rappresentanti.
Oggi iPlayer sembra sia avviato verso un futuro migliore. Sono in lavorazione i client streaming multipiatafforma, attesi entro il 2008, e durante l’estate il progetto è stato purgato: ora sono appena 15 i componenti del team, e l’archivio BBC potrebbe essere presto disponibile on-demand, via banda larga, su appositi set-top-box.
Certo, però, ci sono voluti 5 anni per approdare a poco o nulla. E se non c’è riuscita la BBC a fare la pace con Internet, chi altro potrà riuscirci?
Luca Annunziata