Il rapporto annuale del regolatore UK sulle comunicazioni, Ofcom, sulle abitudini di visione e ascolto (Media Nations 2023) ha attestato che la percentuale di persone che si sintonizzano ogni settimana sui canali della tv tradizionale è scesa dall’83% nel 2021 al 79% nel 2022.
E se dal 2012, il target bambini e giovani adulti è crollato addirittura del 73% (e il numero di programmi TV che attirano almeno quattro milioni di spettatori si è dimezzato dal 2014), inizia a calare anche il pubblico core +65, che, acquisita competenza tecnologica, si sposta sullo streaming on demand. Tanto che Ofcom dichiara nella relazione: “Siamo davanti ad una dieta mediatica diversa e frammentata più che mai”.
Tuttavia, secondo gli analisti della BBC, ciò potrebbe non essere necessariamente un male, considerato che quel che esce dalla porta può rientrare dalla finestra.
Per esempio, esattamente come sta accadendo in Italia, la crescita dei servizi OTT mondiali sta rallentando (o, come nel caso di Netflix, si è proprio fermata), mentre sta crescendo la fruizione dalle piattaforme IP dei broadcaster.
Calo generalizzato tv tradizionale
Intanto, va detto che il calo generalizzazione della tv tradizionale ridisegna equilibri in un mercato ristretto, assegnando maggiore rilevanza ad alcune emittenti generaliste. Per cui, paradossalmente, la diminuzione diffusa si traduce in un aumento competitivo specifico di alcuni canali.
BBC one
Per esempio, BBC One, nonostante un calo del 12% rispetto al 2017, mantiene – ed anzi consolida – l’ascolto settimanale, attestandosi a più alto di tutti (58%).
Spingere piattaforme proprietarie, come BBC iPlayer…
“Mentre le tendenze a lungo termine mostrano che le forme di visualizzazione e ascolto tradizionali (radio e tv lineari, ndr) stanno diminuendo, stiamo assistendo a una crescita record per i nostri servizi digitali con BBC iPlayer che trasmette in streaming dell’11% rispetto allo scorso anno.
… e BBC Sounds
E BBC Sounds registra un aumento del 50% da stesso periodo dell’anno scorso”, ha commentato il rapporto Media Nations 2023 un portavoce della BBC.
Migrazione di device
Nel dettaglio, la rilevazione Ofcom sottolinea come sempre più persone “lascino l’apparecchio tv tradizionale spento a favore di programmi in streaming su altri dispositivi più moderni come laptop, tablet e smartphone”.
Minor tempo davanti al tv tradizionale
E quelli che seguono la tv dal classico televisore, lo fanno per minor tempo. Che si traduce in un -12%, passando da due ore e 59 minuti nel 2021 a due ore e 38 minuti nel 2022.
Scendono anche gli ascoltatori più adulti
Per la prima volta, inoltre, sembra esserci un “declino significativo” nella visione media giornaliera della TV tradizionale tra il pubblico “core” più anziano (di età pari o superiore a 65 anni).
Streaming online per la terza età, ma, in generale, gli OTT globali rallentano…
I dati di Ofcom suggeriscono che la percentuale di over 64 online che utilizzano Disney+ è aumentata dal 7% all’inizio del 2022 al 12% nei primi mesi del 2023, sebbene le cifre per Netflix (43%) e Amazon Prime Video (37%) siano rimaste stabili rispetto all’anno precedente.
… e vanno verso la stabilizzazione
Esattamente come stiamo assistendo in Italia, il quadro generale mostra che “la penetrazione di tali piattaforme sembra stabilizzarsi, mentre l’uso dei servizi di video on demand forniti dalle emittenti tradizionali continui a crescere”.
ITV
“ITVX (il servizio OTT del gruppo privato ITV, ndr) ha rappresentato il 10% della visualizzazione totale di ITV nella prima metà del 2023, rispetto al 7% nel 2022. BBC iPlayer, per parte propria, è passato dal 14% della visualizzazione totale della BBC al 18% durante lo stesso periodo di tempo”, si legge nel report del Regolatore UK.
Tv tradizionale down del 73% dal 2012 per bambini e giovani audlti
All’estremo opposto della fascia d’età, la visione media giornaliera delle trasmissioni da parte di bambini e giovani adulti è diminuita di un significativo, se non sorprendente, 73% dal 2012.
OTT all you can view
Uno dei direttori della ricerca Media Nations 2023, Yih-Choung Teh, ha sottolineato che il pubblico di oggi ha “un buffet all you can eat di trasmissioni e contenuti online tra cui scegliere”.
Programmi >4 mln – 50%
Rilevante nel rapporto anche il fatto che il numero di programmi TV che attirano più di quattro milioni di spettatori si è dimezzato dal 2014.
Broadcast 2040+
Un portavoce di Broadcast 2040+, la task force che promuove la protezione delle trasmissioni TV e radio (prominence), ha dichiarato: “I servizi lineari via etere sono un’importante rete di sicurezza per milioni di persone che non hanno accesso a reti IP ad alta velocità o non possono permettersi costosi abbonamenti di streaming. Ecco perché è fondamentale che i servizi di trasmissione di interesse generale siano protetti in Gran Bretagna fino (ed oltre) al 2040″.
La Radio
A differenza della TV tradizionale, la radio lineare ha continuato a dimostrarsi popolare con l’88% delle persone che si sintonizzano per una media di 20 ore alla settimana in vari formati.
BBC superata dai privati
La radio commerciale ha ottenuto una quota del 51,4% del pubblico nel primo trimestre di quest’anno, spostandosi di cinque punti percentuali davanti alla BBC.
Competizione OTT audio
Tuttavia, anche qui gli editori hanno poco da stare tranquilli. “Le persone di età inferiore ai 35 anni hanno maggiori probabilità di ascoltare musica in streaming on demand anziché trasmissioni lineare”, si legge nel rapporto Media Nations 2023.
15-25enni disinteressati alla Radio
Il quale rileva “che un adulto su cinque ascoltava un podcast ogni settimana, con il mezzo radiofonico particolarmente popolare tra gli ascoltatori di età compresa tra 25 e 44 anni, mentre i giovani di età compresa tra 15 e 25 anni sembrano perdere interesse”.
Spotify e Apple Music dominatori dello streamng audio on demand
Per avere un’idea della penetrazione, si pensi che i consumatori del Regno Unito “hanno speso quasi 2 miliardi di sterline in musica nel 2022, con abbonamenti a servizi musicali online come Spotify e Apple Music che rappresentano l’83% del totale”. (M.L. per NL)