Negli ultimi mesi si era fatto un gran parlare di Cubovision, il nuovo decoder (quasi) unico di Telecom Italia che avrebbe dovuto permettere di ricevere sia la televisione digitale terrestre, sia le principali web tv con un’unica soluzione hardware.
L’idea sembrava azzeccata, la tempistica di lancio pure: in pieno switch-off, verso il digitale terrestre, Telecom offriva un decodificatore con una marcia in più. Non solo DTT, ma anche possibilità di consultare web tv e applicazioni internet da tutto il pianeta. Su Cubovision, tra le altre cose, si poteva anche vedere Lost in anteprima, sicché per i fans della serie televisiva più famosa al mondo l’offerta costruita da Telecom era ben più che allettante (si trattava, infatti, di visionare la serie con dieci giorni di anticipo rispetto a Sky, che poi però ha bruciato il vantaggio trasmettendo in lingua originale le puntate con una differita di 24 ore rispetto agli USA). Il tutto era stato lanciato solo pochi mesi fa, con un battage pubblicitario decisamente significativo. L’amministratore delegato di Telecom aveva speso parole importanti, parlando della fetta di mercato che Cubovision avrebbe dovuto conquistare. Sennonché, da settimane pare sia tutto bloccato e sui blog di settore (www.maxkava.com/; www.lucamarcon.files.wordpress.com, per esempio), nonché sui siti di alcune agenzie di stampa (tra cui il Velino) si rincorrono le voci più disparate. Senza entrare in dettagli prettamente tecnici – a quanto pare, sarebbero in corso dei contenziosi legali particolarmente spinosi e complessi – sembrerebbe che a bloccare Cubovision abbiano contribuito problematiche sia interne che esterne all’azienda: problemi relativi alle scelte tecnologiche (la piattaforma da utilizzare); scontri interni relativi ai partner da coinvolgere (i più malevoli parlano di dirigenti legati alla gestione Tronchetti Provera, che avrebbero voluto Pirelli come fornitore); problemi relativi alla catena di fornitura, che non è stata così flessibile come si era ipotizzato. Non è tanto importante capire ora a chi rimarrà il cerino in mano, cercando di comprendere chi ha ragione e chi ha torto nello scaricabarile in atto tra le varie parti coinvolte. Fondamentale è forse sottolineare come, ancora una volta, l’azienda Telecom Italia non sia stata in grado di cogliere un’importante opportunità di mercato. Telecom era partita in vantaggio su tutti i concorrenti e Cubovision era potenzialmente in grado di conquistare il mercato in poche settimane. Intoppi di vario tipo hanno però rallentato di molto l’operazione. Il Cubovision 2010 sarà sicuramente migliore della release del 2009, ma probabilmente sarà disponibile nei negozi troppo tardi, sia rispetto a prodotti concorrenti che rispetto ai potenziali picchi di domanda (switch-off in Lombardia e mondiali di calcio in Sud Africa). Risultato: presunto flop per Telecom Italia, venduta come "l’azienda patrimonio" di questo Paese, le cui logiche, così simili a quelle della pubblica amministrazione, potrebbero inciderne il futuro. Sino ad ora di alcuni problemi sembra che si sia occupato solo Beppe Grillo. E lo ha fatto in un modo tanto goffo da non destare tanta preoccupazione. Ma ora, probabilmente, gli azionisti Telecom Italia vorranno andare più a fondo su una vicenda tutta da chiarire. (A.D. per NL)