Trimestre delle meraviglie per Netflix: la piattaforma di streaming on demand ha raggiunto il duplice traguardo di superare la soglia dei 100 milioni di abbonati e, contemporaneamente, di avere più utenti all’estero (52,03 milioni) che negli Stati Uniti, madrepatria della società (51,92 milioni). Soprattutto questo secondo obiettivo era considerato fondamentale dal fondatore Reed Hastings: gli Stati uniti sono un mercato ormai maturo – che ha fruttato comunque 1,07 milioni di nuovi clienti nel trimestre – quindi Netflix ha puntato sulle economie di scala ed è stata ripagata da questa strategia con 4,14 milioni di nuovi abbonamenti nella regione internazionale (contro le previsioni degli analisti che ne prevedevano soltanto 2,59 milioni). In totale, quindi, alla data del 30 giugno 2017 Netflix ha registrato 5,21 milioni di nuovi abbonati. Non è possibile entrare più nel dettaglio circa la distribuzione dei nuovi abbonati internazionali visto che Netflix non rende noti i dati locali. Almeno per l’Italia, anche in mancanza del dato ufficiale, ci si può riferire a quello fornito dalla società di revisione e consulenza PwC: “La penetrazione di Netflix nel nostro Paese ha raggiunto quota 300.000 abbonati, sebbene di questi circa 170.000 gli utenti che usufruiscono del periodo di prova gratuito, a fronte di un numero di spettatori che guardano contenuti televisivi a pagamento via web intorno ai 700.000”. Sono numeri piuttosto ridotti rispetto al volume complessivo, ma non bisogna dimenticare che la piattaforma è disponibile nella penisola solamente dal 22 ottobre 2015. I numeri sono ancora incredibilmente positivi se si parla di ricavi e utili: i primi crescono del 32% e arrivano a 2,79 miliardi di dollari (2,41 miliardi di euro), i secondi aumento addirittura del 60% attestandosi sui 66 milioni di dollari (57 milioni di euro). Unica nota stonata: il valore per azione è inferiore di un centesimo di dollaro rispetto alle attese degli analisti (15 cent, invece di 16 cent). A funzionare non è solo il modello di business, ma anche la produzione dei contenuti: la scorsa settimana le produzioni originali della piattaforma americana – tra cui Stranger Things, The Crown, House of Cards – hanno ricevuto, sommate tra loro, 91 nomination per gli Emmy, cioè gli oscar della televisione statunitensi. Hastings sembrerebbe intenzionato ad esportare nel Vecchio continente parte della produzione, rendendola locale in ogni regione di vendita: “In Europa stiamo investendo molto nella produzione di contenuti nazionali e nella realizzazione di studi di produzione in Francia, Germania e Spagna”. L’ondata di ottimismo è suffragata, oltre che dai risultati inaspettati, dal conseguente rimbalzo positivo in Borsa, dove il titolo ha guadagnato il 10,6% (attorno ai 179 dollari), raggiungendo un incremento totale del 31% dall’inizio del 2017 e del 64,3% negli ultimi 12 mesi. (V.D. per NL)