Vigilanza, CdA, Presidenza e Direzione Generale sono le “bluechip” del borsino politico.
Viviamo un momento di fermento politico che non esita a spiegare i suoi effetti anche nel settore televisivo per quel che attiene alle nomine RAI. I piazzamenti devono essere spartiti equamente ed ognuno disegna il proprio assetto. Una cosa è certa: Vigilanza, CdA, Presidenza e Direzione Generale sono i territori caldi di questo “risiko politico”. Andiamo con ordine e vediamo nomi e destinazioni. Alla Commissione Vigilanza potrebbe spuntare il nome di Giovanna Melandri anche se sia Schifani che Fini non molleranno per proporre un nome a loro vicino. Fuori dai giochi l’UdC che punta più ad una candidatura forte per il posto di governatore in Abruzzo. Per il CdA, in primis proporre candidature equidistanti dai due maggiori partiti del PdL. In lizza sembrava ci fosse Guido Paglia, successivamente estromesso per alcune sue esternazioni non gradite in merito al caso Saccà. Alla Presidenza, che per “regolamento” spetta all’opposizione, pare non siano in procinto di nomina personaggi già visti e/o riciclati. Veltroni ambirebbe alla nomina di Paolo Mieli, scelta però non condivisa da Berlusconi. Alla Direzione Generale, dopo che Parisi ha abilmente glissato su una nomina che sembrava sicura, certamente non giocherà Saccà, viste le polemiche di cui sopra si accennava, mentre potrebbe passare Agostino Gorla; uomo di fiducia del Presidente del Consiglio. Scelti i “fantastici 4”, si passerà poi alle nomine dei direttori di rete e dei Tg (nazionali e regionali). Due sole le conferme certe: Mauro Mazza al Tg2 e Antonio Marano a Rai Due. I restanti posti sono tutti “liberi”. Staremo a vedere nei prossimi giorni come verrà sistemato lo scacchiere. (M.P. per NL)