‘ Il nome della Rosa ’, il best seller mondiale di Umberto Eco, ha dato origine, dopo il film, anche a una serie-evento per il piccolo schermo, un appuntamento Tv molto atteso e dai grandi numeri (anche di audience, si presume) che inizierà lunedì 4 marzo su Rai1. Venerdì ci sono stati l’anteprima stampa e la presentazione della fiction, in contemporanea a Milano e a Roma.
In tutto, sono previsti quattro appuntamenti in prima serata su Rai1 per gli otto episodi della serie. ‘ Il nome della Rosa ’ è un thriller storico che riporterà i telespettatori, nel solco di un’indagine mozzafiato ambientata nelle cupe atmosfere del Medioevo, in una misteriosa abbazia benedettina, custode di molti segreti e teatro di feroci delitti.
‘ Il nome della Rosa ’ è una coproduzione 11 Marzo Film e Palomar (che si conferma, dopo ‘Montalbano’, società di prima grandezza nel mondo della fiction e anche del cinema, in una dimensione pienamente internazionale), con Tele München Group, in collaborazione con Rai Fiction. La serie è prodotta da Matteo Levi, Carlo Degli Esposti e Nicola Serra, per la regia di Giacomo Battiato.
Alcuni credits tecnici, a questo punto: la fotografia è di John Conroy (I.S.C.), il montaggio di Stephen O’ Connell, le musiche di Volker Bertelmann, la scenografia di Francesco Frigeri, i costumi di Maurizio Millenotti.
Il budget per la produzione è stato di qualcosa come 26 milioni di euro e la serie è stata girata quasi interamente a Cinecittà in tre teatri di posa e in un’area esterna di quattromila metri quadri, con un cast internazionale di 300 attori e tremila comparse. Numeri che evocano quelli del successo planetario del libro, pubblicato nel 1980 da Bompiani, con oltre 50 milioni di copie vendute e la traduzione in 40 lingue.
La serie, fra l’altro, sarà trasmessa oltre che su Rai1, in contemporanea in UltraHD su Rai 4k, canale 210 della piattaforma Tivùsat. Il cast è ugualmente internazionale e vede protagonisti John Turturro (nel ruolo di Guglielmo Da Baskerville che fu nel film di Sean Connery), Rupert Everett (nel ruolo di Bernardo Gui), Damian Hardung (nel ruolo del giovane Adso Da Melk), Fabrizio Bentivoglio (Remigio Da Varagine), Greta Scarano (Margherita e Anna), Richard Sammel (Malachia Da Hildesheim), Stefano Fresi (‘orribilmente trasformato’ nel monaco Salvatore). E ancora Roberto Herlitzka, con la partecipazione straordinaria di Alessio Boni (nel ruolo di Dolcino) e con Sebastian Koch, James Cosmo e Michael Emerson nel ruolo dell’Abate Abbone.
Turturro firma anche la sceneggiatura di ‘ Il nome della Rosa ‘, insieme a Battiato e a Andrea Porporati, che in tandem con il britannico Nigel Williams realizzò la prima stesura, approvata dallo stesso Eco, che aveva lavorato all’adattamento televisivo poco prima della sua scomparsa, qualche anno fa.
‘Il nome della Rosa’ arriva in Tv già venduta in oltre 130 Paesi, in primis in Inghilterra, dove andrà in onda sulla Bbc in prima serata. La distribuzione internazionale è stata affidata a Tmg International e a Rai Com.
Ecco alcune significative dichiarazioni del direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta: “ Il Nome della Rosa è un progetto ambizioso che rilancia la linea di internazionalizzazione della fiction Rai, una scelta aziendale fortemente voluta dai nostri vertici e che deriva anche dal successo recente di ‘L’amica geniale’”.
Ed ecco invece come ha raccontato l’esperienza di girare ‘ Il Nome della Rosa ’ il regista Giacomo Battiato: “L’impresa non è stata delle più semplici. ‘Il nome della Rosa’ non è un romanzo ma è un grande libro. C’è tutto, c’è la storia, la filosofia, si parla di amore, del ruolo della donna, di terrorismo e di conoscenza. Il problema era trasformare tutto questo non in una lezione ma in azione, in immagini.
È stata quindi un’esperienza straordinaria quella di tradurre in 8 episodi Tv, nella maniera più fedele possibile, le 500 pagine di un grande libro che è appunto molto più di un romanzo. È una summa di storia, letteratura e filosofia, come detto, è poi un richiamo potente che Eco fa, dalle mura di un’abbazia medievale in cima a una montagna incantata, agli uomini di oggi.
I personaggi del libro mi hanno permesso di offrire agli spettatori una galleria di attori (conosciuti e non) di altissimo livello. Più invecchio, più il lavoro con gli attori mi appare come il vero grande dono della mia professione. Attraverso di loro ho cercato di mettere le pagine di Eco dietro all’obiettivo della mia macchina da presa.
C’è poi un altro protagonista di ‘ Il nome della Rosa ’, la Biblioteca. È un luogo-simbolo dove è contenuta e catalogata tutta la conoscenza umana, dove certe ‘informazioni’ vengono nascoste, dove si aggirano i pazzi. È una metafora visionaria di Internet che prende fuoco”. (A.G. per NL)