Poco prima di Natale, Pier Silvio Berlusconi ha annunciato che le reti Mediaset copriranno le dirette dei Mondiali di calcio di Russia 2018.
La mancata qualificazione della Nazionale italiana, com’era prevedibile, non ha avuto effetti (disastrosi) solo nell’ambito sportivo, ma ha evidenti ripercussioni anche sul settore televisivo: c’era da aspettarselo, considerato che dalle trasmissioni sportive arrivano gran parte degli introiti delle televisioni.
Se, data l’ assenza degli azzurri, la Rai non ha ritenuto di investire nei diritti per le partite del Mondiale, come mai il Biscione si è mostrato interessato al punto da fare un investimento netto di circa 45 milioni di euro? La risposta di Berlusconi jr data alla conferenza stampa di presentazione della programmazione della competizione FIFA, ha a che fare con le aspettative di introiti pubblicitari: “Se nel 2018 ci sarà crescita del mercato pubblicitario, potrebbe essere tuta catturata dai prossimi Mondiali di calcio. Di sicuro il torneo in Russia calamiterà le inserzioni nei sei mesi precedenti” (la data di inizio è il 14 giugno, ndr). Il punto di vista di Mediaset, del resto, è ben diverso da quello della Rai, visto che manderà le partite in onda anche in Spagna (squadra che si è qualificata alla competizione, classificandosi prima nello stesso girone dell’Italia). E per zittire i più scettici circa la sensatezza dell’investimento in un Mondiale senza Italia, Berlusconi jr. ha proseguito: “quattro anni fa l’impatto dell’Italia è stato di sole tre partite. Il Mondiale ha un’influenza sugli ascoltatori maggiore di quella della Nazionale. L’obiettivo è di superare la share del 23%-24% registrata da Sky e Rai con la precedente Coppa Fifa”.
Oltre ai record di share, però, Mediaset punta evidentemente a quei 70 milioni di euro che Rai aveva ricavato dalla pubblicità legata alle partite (40 milioni erano invece il ricavo dichiarato da Sky): questi ricavi sono visti come una grossa opportunità per mantenere nel 2018 quel successo sul mercato pubblicitario che Stefano Sala, dirigente della concessionaria Mediaset, ha proclamato essere avvenuto nel 2017.
Secondo Sala, infatti, la raccolta pubblicitaria di Mediaset ha superato il 38% e può ragionevolmente puntare al 39% entro il 2020, sebbene permanga la sofferenza verso la presenza del competitor Rai che – a detta di Sala e di Mediaset tutta – falserebbe il mercato potendo godere degli introiti derivanti dal canone. In aperta antitesi con la tv pubblica, Berlusconi jr ha chiosato: “per la prima volta trasmetteremo tutte le 64 partite dei Mondiali in diretta. Senza abbonamento e senza canone, superiamo il servizio pubblico facendo servizio per il pubblico”.
A margine della conferenza è stato toccato un altro tema caldo in casa Mediaset, che è quello dei rapporti con Vivendi: è stato dichiarato che si sta cercando una composizione stragiudiziale della lunghissima querelle sorta dal naufragio dell’affare Mediaset Premium. Ad incentivare la ricerca dell’accordo potrebbe forse essere l’intenzione di rinsaldare i rapporti in funzione della vendita di contenuti alla nascente joint venture tra Tim e Canal+, che al momento attende una pronuncia da parte della Consob sulla legittimità del nuovo gruppo, posto che entrambe le società in questione hanno a capo Vivendi. Come si suol dire, il lupo perde il pelo ma non il vizio. (V.D. per NL)