Tv. Mediaset: nel 2016 Premium divora l’utile del Biscione

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Un rosso da 294,5 mln: questo è il dato che salta subito all’occhio fra quelli emersi dal bilancio per l’anno 2016 di Mediaset e che cambia trend rispetto all’utile da 3,8 mln di fine 2015; si tratta del rosso peggiore nella storia del gruppo, secondo quanto riporta il Sole 24 Ore.
La causa scatenante di questo brutto colpo è sempre la stessa: Premium, quel figlio un po’ bastardo che proprio non ne vuole sapere di iniziare a rendere un po’ di utili e che, nel 2016, ha prodotto una perdita di 380,1 mln. In parte ha pesato l’affaire Vivendi, a sentire Pier Silvio Berlusconi “senza la vicenda Vivendi avremmo chiuso il 2016 in pareggio”, in quanto il Biscione stima che il comportamento dei francesi abbia causato una perdita di 341,3 mln; c’è però da dire come Premium sia da sempre la questione più problematica a Cologno, sin dalla sua nascita e, ancora di più, da quel maledetto acquisto dei diritti per la Champions League pagati a peso d’oro ma che hanno fruttato solo briciole. A testimoniare questo, dopotutto, ci sono le scelte dello stesso gruppo che prima ha cercato di sbarazzarsi dell’asset (accettando persino di cedere il 3,5% di Mediaset stessa pur di togliersi il pensiero) e poi, quando la vendita è naufragata, ha ripiegato per un progressivo svuotamento, iniziato con la trasmissione dei quarti della Champions in chiaro e che continuerà con l’intenzione di trasformare la pay in una piattaforma aperta ad altri soggetti che saranno in grado di acquisire i diritti di Serie A e Champions League come già discusso su questo periodico. Intanto, il bilancio racchiude anche qualche notizia positiva, come una leggera crescita dei ricavi, passati dai 3,5 mld del 2015 ai 3,7 mld circa dello scorso anno, anche se con un indebitamento finanziario netto che passa da 859,4 mln agli attuali 1,2 mld. Positività per il 2017 che, nel primo trimestre, ha già registrato un aumento dei ricavi pubblicitari (reale core business del gruppo) del 2,4%, trend che il Biscione confida possa confermarsi nei prossimi mesi grazie anche al supporto del comparto radiofonico, che ha portato nella famiglia mediatica una buona corazzata sul mezzo. (E.V. per NL)

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