Lo scorso settembre, durante la presentazione di quella che doveva essere una rinnovata Rete 4, tutti i riflettori erano puntati sul nuovo direttore del Tg4, Gerardo Greco, approdato a Mediaset dopo una lunga carriera alla Rai, dove aveva rivestito il ruolo di direttore de Il Giornale Radio, di Rai Radio Uno e di conduttore di Agorà su Rai Tre. Con questa nuova acquisizione e l’allontanamento di personalità simbolo di una televisione cosiddetta populista, quali Paolo Del Debbio, Maurizio Belpietro e Mario Giordano – che avevano portato alla presenza di molti esponenti della Lega, a discapito di quelli di Forza Italia -, Mediaset sembrava aver intrapreso una nuova strada per l’informazione, più pacata e riflessiva.
Ma, nel giro di sei mesi, i rapporti tra l’azienda e Greco si sono totalmente deteriorati: il suo nuovo programma, W l’Italia – Oggi e domani, è stato chiuso dopo solo 13 puntate – causa il basso indice di ascolto – e il 26/02/2019 l’azienda di Cologno Monzese lo ha licenziato anche dalla direzione del telegiornale. La separazione, ancora in corso, non avverrà in maniera indolore, in quanto l’ormai ex direttore del Tg4 ritiene di aver subito un danno ed è quindi possibile un’evoluzione legale della vicenda.
Direttore del telegiornale di Rete 4 ritorna così a essere Rosanna Ragusa, che già aveva ricoperto questo ruolo ad interim prima dell’assunzione di Greco. Anche Del Debbio è stato richiamato, prendendosi, così, lo spazio del giovedì sera con il suo nuovo programma Dritto e rovescio. Da tutto ciò si potrebbe, quindi, dedurre che Mediaset sia fortemente divisa in fazioni populiste e anti populiste.
Ma il presidente del Biscione, Fedele Confalonieri, smentisce gli screzi interni: “Ma quali dissidi? Leggo di scontri in Mediaset tra il partito dei populisti e il partito dei non populisti. Noi siamo polifonici lo sanno tutti, lo siamo sempre stati e continuiamo a esserlo”. Anche per quanto riguarda la parte dell’informazione Mediaset vi sono stati dei cambiamenti: il suo direttore generale Mauro Crippa ha, infatti, chiamato Marco Ferrante – per otto anni al Tg5, dal 2004 al 2008 responsabile all’economia de Il Foglio, dal 2008 al 2010 vicedirettore al Riformista e dal 2015 vicedirettore di rete a La7 – nel ruolo di suo vice, ma con delega alla parte giornalistica ed editoriale; mentre Andrea Delogu mantiene il suo ruolo di vicedirettore per la parte produttiva. (N.S. per NL)