È ancora presto per cantare vittoria. Avevamo scritto sulle nostre pagine del deal miliardario conclusosi un mese fa tra Amazon e Metro-Goldwyn-Mayer (MGM). Ora, però, il colosso dell’e-commerce dovrà fare i conti con la Federal Trade Commission, l’agenzia governativa che si occupa di tutela dei consumatori e di privacy.
Amazon deve fare i conti con la Federal Trade Commission
Ad un passo dal raggiungimento dell’obiettivo di ampliare la piattaforma Prime Video con il vastissimo repertorio cinematografico (e non solo) degli studios hollywoodiani, Amazon deve affrontare la Federal Trade Commission, che deve lasciare il suo nulla osta all’acquisizione.
E non sarà certo una passeggiata, considerato che a capo dell’Authority che ha aperto l’indagine nei suoi confronti, c’è Lina Khan, nota per le sue posizioni di netta opposizione contro i giganti tecnologici, quali Google, Facebook e, appunto, Amazon.
Lina Khan, neo presidente della Federal Trade Commission, farà tremare i colossi tecnologici
Giovane (32 anni) docente di diritto alla Columbia Law School, specializzata in legislazione antimonopolistica; autrice, tra l’altro, del saggio “Amazon’s antitrust paradox” e di un articolo pubblicato sul settimanale Time, nel quale denunciava le pratiche anticoncorrenziali di multinazionali di dolciumi, Khan presenta il curriculum perfetto per diventare la nuova leader della FTC e contrastare lo strapotere delle grandi aziende.
Minacciosa
Proprio per questo, Joe Biden l’ha scelta di recente per ricoprire il ruolo di presidente della Federal Trade Commission. Considerata la sua rigorosa posizione e la battaglia che porta avanti da anni nei confronti delle multinazionali, la sua presenza ora in veste di presidente dell’Antitrust americana potrebbe rappresentare certo una minaccia per i colossi. Che da sempre navigano indisturbati, monopolizzando il mercato.
In campo anche il Dipartimento di Giustizia
Sul piede di guerra, però, non c’è solo la FTC. A condividere le indagini sulla maxi-operazione avviate da Khan c’è pure il Dipartimento di Giustizia. Oltre ad una fetta di politici, appartenenti ad entrambe le fazioni (repubblicani e democratici) e alcuni membri delle commissioni Antitrust di Camera e Senato.
Aria di cambiamento
Un bel gran movimento, quello che si sta percependo negli Stati Uniti d’America, che fa presagire un non troppo futuro cambiamento di rotta nella normativa che disciplina l’attività dei giganti del web. Anche le autorità europee, abbiamo visto, si stanno muovendo in tal senso. Nell’insieme, pare, dunque, che si stia raggiungendo un fronte comune per porre maggiori restrizioni alle multinazionali.
Del resto, la stessa presidente della Federal Trade Commission ha dichiarato che la normativa americana in materia di concorrenza è troppo datata (risalirebbe ancora agli anni ’80) e necessita di una revisione totale. (G.S. per NL)