Svolta per Telechiara, l’emittente televisiva delle diocesi del Triveneto, con sede a Padova e redazioni staccate in Friuli e Trentino, una ventina di dipendenti, avviata verso una funesta liquidazione a fine anno dopo che gli editori, i vescovi del Nordest, cinque mesi fa avevano annunciato la decisione di tagliare il finanziamento di 400mila euro vitale per la televisione.
E invece ecco il “miracolo”. Il salvataggio arriva dall’emittente televisiva TVA Vicenza, azienda che sfiora i 5 milioni di fatturato, tra le prime per ascolti a livello regionale, che di miracoli ne sa qualcosa. Minacciata da uno “scherzetto” dell’Agcom due anni fa nel passaggio al digitale terrestre era riuscita a farsi valere a suon di ricorsi e pressing. E ora si avvia al rilancio dell’emittente cattolica. I dettagli sono in via di definizione, così come il valore dell’operazione. TVA Vicenza è destinata ad acquisire il pacchetto di maggioranza della tv dei vescovi, mentre alcune diocesi tra cui a quanto pare Vicenza, Padova e con tutta probabilità Treviso rimarranno socie seppure di minoranza, per garantire dall’interno la continuità delle linea editoriale e dei valori a cui la loro tv si è sempre ispirata. A partire dalla sua nascita, fu il risultato del primo convegno di Aquileia delle chiese del Nordest ormai 20 anni fa. Per questo l’annuncio della resa avvenuta lo scorso maggio, con Francesco Moraglia arrivato alla guida del Patriarcato di Venezia nel dopo-Scola e alla presidenza della Cet (Conferenza episcopale triveneto) e appena chiuso il secondo convegno ecclesiale di Aquileia con il rilancio delle radici della fede, era suonata come una sconfitta pesante. Dove erano strisciati come serpenti pure i dubbi. Coincidenze. Quella per esempio che legava Moraglia all’emittente della Cei Tv 2000 diretta da Dino Boffo. Allora perché – malignava qualcuno – mantenere viva in Veneto, Friuli e Trentino una televisione locale cattolica quando c’è già un canale digitale nazionale che punta allo stesso pubblico? I posti di lavoro a rischio erano senz’altro la grana maggiore: una ventina di dipendenti, tecnici, operatori e mezza dozzina di giornalisti, quasi tutte donne. Si erano levati la solidarietà e la preoccupazione dell’Ordine regionale dei giornalisti e del sindacato. Il presidente dell’Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) di Vicenza Giandomenico Cortese era andato oltre ponendo l’interrogativo se regioni importanti come quelle a Nordest, terra di confronto fra culture e religioni differenti, potessero sopravvivere senza una voce autorevole che uscisse dagli ambienti cattolici. Nel frattempo sul tavolo della Cet erano arrivate le offerte, un paio ad onor del vero le più interessanti, quelle di Reteveneta (sede legale a Bassano del Grappa) e quella di TVA Vicenza. Pesate e misurate le due proposte, alla fine la scelta è caduta sull’operatore con sede in viale Fermi, controllato dagli Industriali di Vicenza, per la maggiore garanzia nell’affermare la linea editoriale e i contenuti fin qui espressi dalla tv delle Diocesi. Ruolo importante nell’indirizzare la trattativa avrebbe avuto il vescovo di Vicenza mons. Beniamino Pizziol che ha sostenuto fin da subito la proposta di Vicenza e sarebbe arrivato poi a convincere, anche insieme al vescovo di Padova Antonio Mattiazzo, mons. Moraglia e gli altri alti prelati. Certo una sfida impegnativa per l’emittente vicentina che si trova divisa tra opportunità e problemi non da poco. A pesare in positivo senza dubbio la possibilità di occupare uno spazio extra provinciale agganciando soprattutto un pubblico nuovo. Telechiara è una bella rete, si vede in maniera pressoché perfetta ed è un’azienda con una vocazione diversa da TVA: più specialistica e legata in particolare ad un target ecclesiale e devozionale. Telechiara ha un pubblico che va dai 120 ai 140 mila utenti giornalieri (TVA supera i 230 mila) e può rappresentare davvero uno sbocco regionale importante verso l’area adriatica e oltre, avendo peraltro l’emittente vicentina già avviato operazioni anche come operatore di rete verso Verona e Belluno. Controverso e aperto il tema del personale: la sede di Padova e gran parte del personale sarà salvaguardato. Ma si studierà una robusta ristrutturazione. (di Roberta Bassan – Il Giornale di Vicenza)