Nel mux regionale siciliano Tgs – Tele Giornale Sicilia di Palermo sono stati aggiunti nei mesi scorsi sulla Lcn 607 l’emittente messinese Rtp (con l’identificativo Gds Tv, di cui diremo) e poi l’inedita rete Tgs2 alla numerazione 696.
La novità di Tgs2 (sigla non inedita nell’etere siciliano ma dal passato molto effimero) è particolarmente significativa, poiché si tratta della seconda rete di Tgs (acronimo di Tele Giornale di Sicilia), che trasmette sul canale 15 Lcn ed è l’emittente televisiva ‘di riferimento’ del gruppo editoriale del ‘Giornale di Sicilia’, il noto e diffuso quotidiano palermitano, che conta anche su Radio Rgs, a sua volta specializzata nell’informazione.
Messina più di Palermo
Il gruppo del capoluogo siciliano si è altresì integrato negli anni scorsi, come riportato a suo tempo da questo periodico, con quello della ‘Gazzetta del Sud’ di Messina, anch’esso molto rilevante nell’isola (e anche in Calabria), che conta ugualmente, sul fronte radiotelevisivo, su due emittenti: la nota Tv messinese Rtp e Radio Antenna dello Stretto. Per la precisione, contrariamente a quanto si può pensare, è stato il gruppo di Messina ad acquisire la maggioranza di quello di Palermo (che prima ha sempre fatto riferimento alla famiglia Pirri Ardizzone), anche se si può assolutamente anche parlare di ‘unione delle forze’. Una figura di primo piano di questo forte gruppo radiotelevisivo unico che si è venuto a creare è – lo ricordiamo – Salvo La Rosa, che unisce in qualche modo informazione e spettacolo ed è un volto notissimo per i telespettatori isolani.
Una scelta monotematica
Fatta questa premessa, vediamo dunque cosa trasmette (da poche settimane) Tgs2, la cui numerazione non proprio ‘felice’ deriva da una scelta effettuata a suo tempo dal gruppo palermitano per questo canale, che era già nelle liste Lcn del 2012, anche se di fatto, quanto a programmazione autonoma, era sempre ‘rimasto sulla carta’.
Tgs2 è dunque un nuovo spazio televisivo per l’informazione e gli approfondimenti, un canale che si affianca a Tgs e in cui i telespettatori potranno rivedere tutte le produzioni giornalistiche della rete ‘ammiraglia’, dai notiziari alle dirette, ai format di approfondimento come ‘Cronache siciliane’.
Un’emittente pressoché ‘monotematica’, in cui l’informazione in tutte le sue forme domina la scena, ma che intende anche mettere in evidenza eccellenze, risorse, tradizioni e bellezze del territorio isolano. Il palinsesto prevede una programmazione che copre con format giornalistici, notiziari e dirette le 24 ore, 7 giorni su 7.
In specifico, il notiziario di Tgs, produzione di punta del gruppo, oltre ai canonici appuntamenti sulla prima rete (prima edizione flash alle 11.50, seconda edizione alle 13.50, flash alle 18 e quarta alle 20.20), va in onda anche su Tgs2, in altri orari.
In onda anche feste ed eventi
Non mancano e non mancheranno poi su Tgs2 le dirette, sempre ‘in tandem’ con Tgs, di vari eventi e feste religiose, molto sentite in Sicilia, come la festa di Sant’Agata a Catania, la Pasqua a Caltanissetta con le Vare, la processione dei Misteri a Trapani, la festa a Trecastagni per Sant’Alfio, San Filadelfo e San Cirino, l’infiorata di Noto, il Festino a Palermo.
E ci sarà anche un po’ di spettacolo su Tgs2, come è accaduto di recente con il ‘GDShow’, evento di beneficenza che è andato in scena sul palco del Teatro Antico di Taormina.
Anche Rtp assieme a un quotidiano
Per ciò che riguarda Rtp, segnaliamo appunto che sembra profilarsi un’effettiva integrazione con il quotidiano ‘La Gazzetta del Sud’, tanto che l’identificativo del canale (presente, come detto, anche nel mux di Tgs) è già Gds Tv, ovvero Gazzetta del Sud Tv.
Un lutto estivo
Non mancano tuttavia, nel gruppo editoriale siciliano di cui stiamo parlando, notizie di tipo diverso da segnalare. La prima, che risale all’agosto scorso, è quella di un lutto: è morto infatti, intorno a Ferragosto, a 89 anni, Giovanni Morgante, presidente della Ses, società editrice del quotidiano ‘Gazzetta del Sud’, che dal 2017 ha rilevato anche ‘Il Giornale di Sicilia’, come detto.
Giovanni era figlio di Pasquale Morgante, che fu, come tipografo, tra i pionieri che riuscirono a creare e far affermare il giornale di Messina, nato nel nel 1952 per volere di Uberto Bonino, imprenditore venuto dalla Liguria a realizzare il sogno di un quotidiano che facesse da ponte tra Sicilia e Calabria.
Morgante era stato poi protagonista assoluto della gestione e della crescita della ‘Gazzetta del Sud’, che adesso sarà portata avanti dalla famiglia e soprattutto dal figlio Lino, amministratore delegato e direttore editoriale del gruppo messinese.
Tagli e chiusure
L’altra notizia dei mesi estivi relativa al gruppo, riferita stavolta in specifico al ‘Giornale di Sicilia’, ha caratteri meno ‘positivi’ e riguarda la decisione di chiudere le pagine (e in buona misura anche le redazioni) del quotidiano palermitano nella Sicilia orientale, ovvero a Catania, Messina, Ragusa e Siracusa. Le redazioni di Enna e Caltanissetta sono invece state integrate con quella di Agrigento.
La decisione è stata spiegata con motivazioni economiche ma ha ugualmente provocato molte proteste da parte del sindacato siciliano dei giornalisti Assostampa e del Cdr del ‘Giornale di Sicilia’. Fra l’altro con la chiusura di cui sopra si replica quanto era avvenuto, tre anni fa, con la chiusura delle redazioni della stessa ‘Gazzetta del Sud’ nelle medesime zone.
«Ci stiamo impegnando a rimettere in piedi i conti dell’azienda – ha detto da parte sua Lino Morgante – . Siamo editori puri e non possiamo non tenere conto del rapporto ricavi-costi. Dobbiamo prendere atto che è necessario attuare ulteriori risparmi per garantire la continuità aziendale. Resteremo nelle aree di Ragusa e Siracusa e nella Sicilia orientale con l’edizione principale del GdS e dedicheremo delle pagine agli eventi più importanti di quella zona, com’è sempre stato».
Le preoccupazioni dell’Assostampa
Un’analisi interessante – in chiave critica – mi è parsa, in questo quadro, quella di Francesco Di Parenti, componente della Giunta esecutiva dell’Assostampa Sicilia, che ha scritto fra l’altro: “C’è qualcosa di non detto da parte degli editori, mentre sullo sfondo si intravede una strategia che potrebbe far compiere un pericoloso salto indietro al sistema dell’informazione in Sicilia in termini qualitativi e quantitativi… Ho il sospetto che quanto accaduto al ‘Giornale di Sicilia’ sia solo un passaggio verso scenari futuri ancora peggiori e dannosi per il pluralismo delle opinioni in Sicilia e, dunque, per le dinamiche democratiche, oltre che per il mercato del lavoro giornalistico in generale…
Non possiamo stare a guardare e non staremo a guardare. I nostri interlocutori sono senza dubbio gli editori, ma anche la politica. Molte regioni italiane in questi anni si sono dotate di leggi a sostegno del settore, in Sicilia il tentativo compiuto negli anni scorsi all’Ars è naufragato in un mare di piccoli appetiti”. (M.R. per NL)