Nel 2014 denunciò che ignoti avevano ucciso e impiccato i suoi cani, ultima di una serie di intimidazioni subite. "Ora mi devono dare la scorta, ce la giochiamo con la mafia", diceva Giuseppe Maniaci, direttore della emittente tv di Partinico Telejato diventato famoso per le sue campagne contro i clan, non sapendo di essere intercettato e tentando di far passare come mafiosa una intimidazione legata a vicende private.
A minacciarlo sarebbe stato infatti il marito dell’amante, circostanza che il giornalista sapeva bene. Maniaci si ritrova ora indagato per estorsione nell’inchiesta dei carabinieri che ha portato all’arresto di dieci mafiosi della provincia di Palermo. Avrebbe preteso denaro e favori – come un contratto per la compagna – dai sindaci di Borgetto e Partinico in cambio di una linea soft della sua televisione sulle attività delle amministrazioni comunali e su relazioni e parentele scomode di alcuni primi cittadini. Poche centinaia di euro e i riferimenti spiacevoli sarebbero spariti dai servizi di una emittente conosciuta per le sue battaglie antimafia. Le accuse al giornalista che, avendo appreso giorni fa dell’indagine a suo carico si è detto vittima di una vendetta della magistratura per le denunce fatte sulla mala gestione della sezione misure di prevenzione del tribunale, sarebbero confermate dalle vittime. Intercettazioni e video sarebbero la prova ulteriore delle richieste estorsive del direttore di Telejato La Procura di Palermo che ha coordinato l’inchiesta ha chiesto e ottenuto, per Maniaci, dal gip la misura del divieto di dimora nelle province di Palermo e Trapani. (ANSA)