In una calda mattinata dell’estate che si sta chiudendo siamo stati ospiti nella residenza estiva dell’editore della Tv sarda (di Sassari) Telegì, Giovanni Francesco Angius, per gli amici Vanni, col quale abbiamo fatto una lunga chiacchierata in occasione del 30° compleanno della sua emittente. Anche se in realtà gli anni da festeggiare sarebbero 40, perché la Tv è nata dieci anni prima, nel 1979, sotto un’altra gestione e con il nome di Video Giovane.
Angius ci ha spiegato molte cose in una lunga intervista a questo periodico, attento al mondo delle Tv della Sardegna.
Questione di follia
(Newslinet) – Vanni, cosa ti ha spinto a diventare editore televisivo?
(Giovanni Francesco Angius) – Oggi come oggi direi la follia. È un’attività molto bella. L’ex editore della Tv (Roberto Griscenko di Video Giovane; N.d.R.) era un cliente che seguivo come commercialista e siccome stava chiudendo, gli ho detto: ‘la rilevo io’. E così nel luglio del 1989 nasceva l’Edimedia Srl. La sua prima sede fu in piazza Rosario 9 in città, prima del trasferimento nella Zona Industriale, dove ancora è ubicata.
Sassari e Alghero
(NL) – Che cosa ti ha spinto a suo tempo a cambiare il nome dell’emittente prima in Telesassari e poi appunto in Telegì?
(G.F.A.) – A me piaceva Telesassari, perché i sassaresi sono un mondo a parte. Ma poi mi sono accorto che quel nome era limitativo. E ho fatto bene a cambiarlo, perché come fai a vendere pubblicità a Porto Torres o ad Alghero col nome Telesassari? Per questo l’ho cambiato con quello di Telegì.
(NL) – Sino al 2007 avevi due postazioni, Monte Oro Ch 38, poi divenuto 63 e oggi in Dtt 25, e Monte Limbara Ch 56, oggi divenuto 21 in Dtt. Ti chiediamo: come mai la decisione, all’epoca, di cedere Limbara ed abbandonare la parte orientale dell’isola per restare solo in quella occidentale?
(G.F.A.) – È stata una scelta strategica, perché non mi interessavano né Olbia né la Gallura, in quanto andavano seguite bene e io non avevo né tempo né mezzi da dedicare allo scopo. Ecco perché ho deciso di cedere quella frequenza a Teletirreno (oggi divenuta Tv Terranova Sardegna di Pierpaolo Pintus; N.d.R.). Ci vedono anche in una parte di Alghero ma non siamo seguiti. E comunque, tornando alle motivazioni della cessione, ho deciso di concentrarmi solamente sulla città di Sassari e sul suo hinterland.
Le news funzionano
(NL) – Nel 2008 partì il digitale e Telegì come tutte le emittenti isolane si trovò a far fronte a dei costi non indifferenti. Sono ormai trascorsi 11 anni. Ti è convenuto ‘insistere’?
(G.F.A.) – I conti non li ho fatti. Un po’ di rientro c’è stato. Ma ora come ora io non cederei più un canale in affitto o se lo facessi dovrei far pagare un prezzo alto. Per esempio, Libera Tv, che dall’anno scorso è tornata in mano mia, l’ho trasformata in una rete all news H 24 su cui viene mandato il Tg di Telegì a rullo, intervallato solamente dalla pubblicità. È molto seguita ed in certi orari batte la stessa ‘ammiraglia’. Quindi, tutto sommato, mi è convenuto riprenderla in mano e darle un nuovo progetto editoriale…
11 anni dopo
(NL) – Alla partenza del digitale terrestre all’interno del mux di Edimedia erano presenti 5 emittenti (Telegì, Teleromangia, Telesassari, Libera Tv e Tv 8). Quante di queste, dopo 11 anni, sono ancora attive?
(G.F.A.) – Oggi sono rimaste 4 emittenti all’interno del mux e sono l’ammiraglia Telegì con Lcn 15, Libera Tv (115), Teleromangia, edita da Nino Marginesu con Lcn 215, e Telesassari, edita da Giuseppe Bazzoni, ex direttore di Telegì, che ha come Lcn il 622. Se mi permetti però vorrei citarti un dato relativo alla manifestazione dei Candelieri di quest’anno…
(NL) – Prego…
(G.F.A.) – Quest’anno per la prima volta siamo riusciti a creare un’alleanza a tre composta da noi di Telegì, da Cesare Donati, esperto di web che per l’occasione ha creato 8 piattaforme, e dallo Studio Universidade. Con loro abbiamo realizzato l’istallazione sulla facciata del palazzo municipale di un maxischermo, che per volere del sindaco Nanni Campus, trasmetteva alla gente quello che stava succedendo all’interno del palazzo civico, grazie all’ausilio di telecamere a circuito chiuso. Per cui, Telegì e LiberaTv a reti unificate davano i Candelieri, mentre in piazzale Segni la gente vedeva il sindaco e le autorità riuniti per il Brindisi a Zent’anni ed i vari riti. Abbiamo avuto 87.000 contatti dall’estero con anche telefonate da parte di sassaresi sparsi nel mondo, che ci hanno fatto i complimenti e ringraziato per il servizio reso. E queste sono soddisfazioni. Tre società diverse che si uniscono ed ognuna si spende al meglio per ottenere una buona sinergia…
Anni complessi e difficili
(NL) – Nel 2008 Giuseppe Bazzoni, storico direttore di Telegì, lasciava il suo incarico, dopo 19 anni, per aprire una sua Tv, come già accennato. Hai cercato subito di sostituirlo con qualcun altro?
(G.F.A.) – Quando è andato via Giuseppe ho ripreso in mano tutto io, sino a quando nel 2009 ho nominato Enzo Vanacore, direttore commerciale sino al 2011; poi, dopo l’uscita di scena di Vanacore, nel 2016 ho nominato un nuovo direttore commerciale, tuttora in carica, nella persona di Graziano Mura. Devo però dirti che gli anni dal 2009 al 2015 sono stati i più duri dell’emittente, che nonostante tutto non ha mai né spento né chiuso un solo giorno, anche quando era in uno stato ‘pietoso e decadente’.
E proprio allora, quando io dissi ai dipendenti che avrei fatto lo studio più bello d’Italia, loro risero, ma io ero serio. Così ci siamo rimboccati le maniche (mi hanno aiutato anche mio padre e mia moglie Renata) ed abbiamo fatto un museo del collezionismo adattato a studio televisivo, non uno studio televisivo con dei pezzi da museo ma proprio un museo adibito a studio. Ci sono scrivanie dell’800, che ho collezionato nel corso degli anni. E l’allestimento delle opere non è ancora concluso, diciamo che siamo al 90%. Ma ormai il più è fatto…
Musica che passione!
(NL) – Arriviamo così all’estate del 2012. Come ti venne in mente invece di creare una casa discografica dal nulla?
(G.F.A.) – Perché mi piace la musica. Sto parlando di una casa discografica vintage, con pezzi degli anni ’60, ’70 e ’80 e che si avvale di strumenti di valore. Abbiamo inciso dei Cd, superando le 500 copie vendute per il primo lavoro. Ora però abbiamo deciso di non produrre per conto terzi, visto anche il valore degli strumenti utilizzati. Stiamo così producendo in proprio come Aurora Record.
(NL) – Ti occupi tu personalmente della casa discografica o c’è un incaricato che la segue?
(G.F.A.) – All’inizio ne era direttrice Maria Speranza Russo, poi le è subentrato Paolo Masala, che ancora la segue.
(NL) – Sempre nel 2012 hai creato anche la casa discografica Albeskere (ovvero Albeggiare) con una sua Web Tv. È ancora in attività?
(G.F.A.) – L’avevo collaudata, ma poi con l’avvio di Aurora l’ho abbandonata.
Due musei
(NL) – Se non ricordiamo male, in via Tempio, dove ha sede il tuo studio commerciale, hai allestito un altro museo. È vero?
(G.F.A.) – Sì! Non appena si accede allo studio si ha davanti un vero e proprio museo del giocattolo, con pezzi storici del modellismo specializzato…
(NL) Ma torniamo alla Tv. Nel 2016 Radio Venere approda a Telegì. Come è nata questa collaborazione?
(G.F.A.) – Siamo stati noi a chiamare l’editore di Radio Venere, Valerio Postiglione, e a chiedergli se voleva collaborare con noi e lui è stato molto contento di accettare la proposta. La collaborazione tra i due mezzi è andata avanti sino al gennaio del 2018, quando Valerio ha deciso di chiudere l’esperienza. Però io ho sempre l’idea di fare la radiovisione, perché la casa discografica è divisa dai mezzi Tv solo da una vetrata.
Da una parte ci sono le attrezzature, comprese 4 telecamere (provenienti dal progetto Albeskere), e dall’altra gli strumenti musicali. Potrei già fare la radiovisione, basterebbe chiamare un dj che interloquisse con i cittadini. Chissà che prima o poi non lo faccia…
Alle volte è meglio far da soli…
(NL) – Nel 2016 nacque invece Sardegna News 24 di Simone Dore…
(G.F.A.) – È stata un’idea di Simone, un ragazzo molto in gamba. All’inizio ha funzionato tutto benissimo e la Tv era molto seguita; poi, siccome lui risiede e lavora in realtà a Milano e non la poteva seguire costantemente, si è deciso di porre fine al progetto. Ma è stato un bell’esperimento.
(NL) – Dopo Simone Dore nel 2017 arrivò a Telegì Kiko Solinas…
(G.F.A.) – Nel maggio di quell’anno Kiko Solinas mi chiese di fare una Televisione e così gli concessi Libera Tv, che immediatamente divenne KS Libera Tv. Ma il progetto non decollò, sicchè alla fine del 2017 Kiko lasciò la Tv, che tornò nelle mie mani…
(NL) – Nell’ottobre del 2018 invece è arrivata a Telegì una nuova direttrice, Brunilde Giacchi. Poi cosa è successo?
(G.F.A.) – La permanenza di Brunilde Giacchi non è stata lunga, appena una settimana e ha lasciato il suo incarico per divergenze con l’editore, cioè con me. Al suo posto è arrivata Rita Meloni, che è tuttora la direttrice.
Un’inevitabile stanchezza
(NL) – Sempre nel 2018 hai deciso di creare una vera e propria rete all news, come detto. Come mai questa decisione?
(G.F.A.) – Mi ero stufato di dare in mano ad altri Libera Tv. Così dopo l’esperienza di Kiko, nel giugno del 2018 ho deciso di gestirla in prima persona e di trasformarla in una rete all news H 24, con le edizioni del Tg di Telegì interrotte solo dalla pubblicità, come accennato. Sta andando bene. Non che faccia rilevamenti in merito, ma me ne accorgo da quel che dice la gente. Funziona, non me l’aspettavo ma funziona.
(NL) – 30 anni e non sentirli o 30 anni e cominciare a sentire la stanchezza?
(G.F.A.) – La seconda! Ci sono dei giorni in cui ti chiedi: ‘ma chi diavolo me l’ha fatto fare?’. Io lavoro con capitale mio e sono riuscito a mandare avanti l’azienda. Non sono appoggiato da nessuno. Delle volte ci sono questi momenti di sconforto, ma tenendo duro si superano e si va avanti.
(NL) – In 30 anni sono state più le gioie o i dolori che la tua creatura ti ha regalato?
(G.F.A.) – Senz’altro i dispiaceri ma non mancano anche le gioie.
Nuove sfide
(NL) – Oggi come oggi lo rifaresti?
(G.F.A.) – Forse no! Visti i problemi del mondo dell’editoria…
(NL) – Hai mai pensato di andare via satellite?
(G.F.A.) – No! Perché ci sono costi alti che non posiamo permetterci. Tra l’altro in questo momento non abbiamo neanche più lo streaming, che attiviamo solo in occasioni particolari tipo i Candelieri, La Cavalcata Sarda o altri eventi rilevanti per la città. Sto comunque valutando alcune proposte che mi sono giunte e chissà che non riprenda con lo streaming a breve.
(NL) – Tra poco si dovrebbe passare al T2. Farai il salto?
(G.F.A.) – Per esperienza, secondo me passerà ancora un po’ di tempo. Per ora continuiamo a lavorare. Quando arriverà il momento, vedremo il da farsi. In questa fase della mia vita in cui ho smesso di fare il commercialista e sto facendo l’editore televisivo e il produttore discografico, ho ancora voglia di lavorare, anche se non sono più giovanissimo. Magari lo faccio in modo più distaccato rispetto a prima.
Per concludere, eccovi i dati completi relativi a Telegì: Zona Industriale Predda Niedda – strada 14 sud, 07100 Sassari, tel. 079 2611500-262057, www.telegi.tv, [email protected]. (P. e G.P. per NL)