Fabrizio Colliva, regista bolognese, mi ha inviato nel lontano novembre scorso il dvd del documentario in titolo. Ho volutamente atteso il momento opportuno per poterlo visionare, riproponendomi di avere la calma e l’attenzione che il certosino lavoro sapevo esigere.
Oggi, finalmente, quel momento è giunto e, comodamente seduto sul divano di casa, ho potuto apprezzare pienamente l’impegno profuso da Fabrizio Colliva e Dario Collina, col contributo degli amici Mauro Roffi (Millecanali) e Paolo Venturi (del blog Sintonia Manuale), attraverso il laboratorio Squeezezoom Bottega (www.szbottega.org) e il supporto della Film Commission della Regione Emilia Romagna. Il docufilm girato e montato in maniera molto professionale, traccia sapientemente l’epopea delle tv libere emiliano-romagnole dal loro esordio (1972, versione via cavo) allo stato attuale, con numerose interviste di protagonisti e filmati d’epoca assolutamente inediti. L’analisi di Colliva affronta, con dovizia di particolari, aspetti tecnici, giuridici, economici e sociologici dell’eterogeneo fenomeno delle tv locali. Nomi noti come Telesanterno (per viva voce del pittoresco fondatore Domenico Berti, dellamoglie, di registi, tecnici, collaboratori e dell’anchor man Daniele Piombi), di Punto Radio Tv del PCI (evolutasi prima in NTV, poi in Rete 7 e infine in E’ Tv) e di Telexpress (espressione locale del Circuito Elefante Tv), si alternano a misconosciuti loghi quali Tele Zola o Telerubicone, che pure si scopre aver tanto contribuito ad un’era che ha segnato il passaggio dal monopolio al pluralismo (quello vero, non il paravento che viene invocato oggi per difendere gli zombie che occupano, nell’indifferenza totale, troppi LCN). Da Bologna Uno a TRB, da Telemodena a NTV, passando dalla ripetizione della Tv Svizzera Italiana alla nascita della 3^ rete RAI, Colliva, intervistando giornalisti, presentatori, registi, tecnici e volti noti (e anche controversi, come Wanna Marchi), riesce a ricostruire 40 anni di storia delle tv libere emiliano-romagnole senza cadere nella facile trappola della nostalgia o dell’analisi tecnica. E’ un ottimo lavoro che sicuramente ha trovato e continuerà a trovare la giusta accoglienza tra studiosi ed operatori del settore. Il docufilm è edito da www.Filandolarete.eu. (M.L. per NL)