Teledehon la superstation cattolica del Sud? Torniamo a parlare di Tv locali del Sud, lasciando stavolta la Sicilia per andare nelle regioni peninsulari dell’Italia meridionale.
Ci piace qui segnalare come ci siano anche realtà televisive di assoluto rilievo, di cui magari si parla poco ma che quotidianamente svolgono un ruolo importante per molti telespettatori. E scommetteremmo, in questo caso, sul fatto che la Tv in questione, pur appartenendo in pieno all’area cattolica e pur avendo quindi come ragion d’essere quella di diffondere il messaggio della Chiesa, possa piacere – e anzi sicuramente piaccia – anche a telespettatori di orientamento diverso e persino a quelli agnostici tout court.
Perché non è mica così facile fare una Televisione cattolica di successo, diciamo così, e anzi non mancano in quest’area culturale esperienze che non sono proprio riuscite, tenendo anche conto di quanto sia ampio e variegato il mondo cattolico, dei diversi orientamenti che vi sono al suo interno e anche delle inevitabili rivalità che nascono fra gli uni e gli altri degli aspiranti comunicatori a carattere religioso.
Il discorso sarebbe lungo ma serve in realtà a presentare a chi non la conosca la realtà di una Televisione cattolica che spesso piace anche ai laici, ovvero quella di Teledehon di Andria, in Puglia (regione alla quale ci siamo interessati recentemente per esaminare il “fenomeno” Popizz), oltretutto in progressiva e apparentemente quasi inarrestabile crescita. Il marchio sul video non può sfuggire a chi accenda la tv e faccia zapping fra i canali nell’Italia meridionale (in questo caso escludiamo le sole isole, Sicilia e Sardegna) perché il segnale c’è e non certo solamente nell’originaria Puglia, dove l’attività di Teledehon è nota da decenni e certificata, udite udite, anche da dati Auditel tutt’altro che trascurabili.
Già, da decenni, perché proprio in questi giorni siamo arrivati ai 40 anni di vita di Teledehon e l’occasione era allora buona per fare il classico punto della situazione. Allo scopo pochi giorni fa sono state organizzate una serie di celebrazioni per il quarantennale e poi c’è stato l’immancabile convegno, dedicato al ruolo dell’informazione locale, alla necessità di territorialità anche e soprattutto nell’era del digitale, alla forza del messaggio della Chiesa Cattolica che si inserisce nelle nuove sfide della comunicazione.
Di questo e molto altro si è dunque discusso nel convegno “Dalle televisioni libere all’era digitale. Diffondere il Vangelo ad ogni creatura”, organizzato ad Andria in occasione dei 40 anni di Teledehon all’interno del Santuario del Santissimo Salvatore, alla presenza di ospiti di rilievo nazionale, tra cui il Segretario della CEI, Mons. Nunzio Galantino, Luigi Bardelli, presidente dell’Associazione Corallo (raggruppa 193 Radio e 62 Televisioni di orientamento cattolico presenti in tutte le regioni italiane, 2 consorzi radiofonici e un’agenzia di informazione, mantenendo uno stretto rapporto con l’Ufficio Nazionale Comunicazioni Sociali della C.E.I.), e Paolo Ruffini, direttore di Tv2000.
Ma proviamo a conoscere meglio Teledehon, che intanto ha come slogan “la tivù del cuore”, un po’ come Radio Reporter in Lombardia (ovviamente fra le due emittenti non c’è alcun rapporto, a scanso di equivoci).
Teledehon è l’emittente della Provincia Italiana Meridionale dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù, meglio conosciuti con il nome di Padri Dehoniani. Ha iniziato le trasmissioni 03/05/19781978 sempre dal citato santuario, facendo seguito all’esperienza radiofonica di Radio C.h.r.i.s.t.u.s.
Teledehon intende fare della comunicazione religiosa e sociale uno strumento concreto di sostegno alla formazione cristiana nel terzo millennio; intende poi essere – come dichiara – “una finestra aperta sulla società civile, per allargare uno sguardo critico agli avvenimenti e alle vicende più significative che caratterizzano il nostro tempo, un riflettore acceso sulle problematiche più urgenti che investono quotidianamente le comunità del territorio servito, cioè la vastissima ed eterogenea area geografica che abbraccia Puglia, Basilicata, Calabria, Campania e Molise”.
Non sono vanterie, perché si diceva, il segnale c’è e bello forte, non solo in Puglia, ma da qualche tempo anche nelle regioni limitrofe; in sostanza, dopo un breve periodo di quasi smarrimento quando in Puglia le frequenze Tv erano state decimate per i famosi problemi di interferenze con l’estero, si è passati a una fase di potente espansione, sfruttando le nuove opportunità offerte dal digitale terrestre (e non solo, ovviamente ci sono anche il sito Teledehon.it, lo streaming, le app, i social media, ecc. ecc.). Oggi la diffusione DTT avviene in Puglia su LCN 18 e 518 (HD), in Basilicata su LCN 18 e 518 (HD) in alcune aree, in Calabria su LCN 272 e 690, in Campania su LCN 628.
Teledehon, “spazio aperto alle iniziative delle chiese locali, alle proposte e ai progetti della comunità dehoniana, alle realtà delle missioni in terre lontane, al volontariato e all’associazionismo, al mondo del lavoro e della scuola, alla politica per la società e per le famiglie, all’universo giovanile che oggi paga il prezzo più alto di una paurosa crisi globale”, vuole offrire a tutti un messaggio di speranza. Il tutto all’insegna di una vera professionalità, anche nei Tg, che non hanno nulla da invidiare alla concorrenza.
Vediamo ancora qualche altra caratteristica di questa Tv, così diversa da molte altre, sulla base di quanto scritto da Andriaviva.it: “Nata da una intuizione del vulcanico Padre Civerra, Teledehon sin da subito si è distinta nel panorama editoriale pugliese per essere una Televisione di nicchia, dedicata a valorizzare quello straordinario mondo dell’impegno, della passione, delle idee, dei valori che siamo abituati a chiamare Terzo Settore. Ma soprattutto, seguendo l’insegnamento di Padre Leone Dehon, fondatore dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù, ha lavorato incessantemente per la diffusione del Vangelo attraverso i nuovi media.
In questi quaranta anni l’emittente ha avuto una crescita costante al servizio di un’area ristretta: quella della città di Andria all’inizio e della Sesta Provincia pugliese con il trascorrere degli anni. Poi la crescita è diventata tumultuosa in coincidenza con il passaggio dal sistema analogico a quello digitale con la copertura di aree sempre più vaste fino a raggiungere oggi tutta la Puglia, la Basilicata, la Campania e la Calabria. In sostanza l’intero Mezzogiorno peninsulare d’Italia. Ci sono voluti quaranta anni e consistenti investimenti in risorse economiche, tecnologiche e umane. Risorse messe a disposizione dai Padri Dehoniani, con l’amorevole supporto di tanti fedeli. Poche (invece; N.d.R.) e sempre più esigue le risorse pubbliche di uno Stato che sembra voler abbandonare l’editoria italiana al proprio destino”. (M.R. per NL)