Il mercato tv locale genera complessivamente ricavi pari a 324 milioni di euro, in calo di 7,3 milioni (-2,2%). I ricavi pubblicitari ammontano a poco più di 227 milioni di euro (-11,2%) mentre gli altri ricavi, ovvero le attività commerciali collaterali ed i contributi statali, sono pari a 96,4 milioni di euro (+28,6%) e rappresentano il 30% dei ricavi totali.
È quanto risulta dallo Studio Economico del Settore Televisivo Privato Italiano 2018 realizzato dall’Ufficio Studi e Ricerche di Confindustria Radio Televisioni – CRTV. I dati sono ricavati dall’esame dei bilanci accessibili a ottobre 2018 dalle Camere di Commercio locali e relativi all’anno 2016 e sono riferiti a 297 aziende strutturate in società di capitali sparse sul territorio nazionale (-17% rispetto al 2015).
“I dati confermano, ancora una volta, la situazione di sofferenza delle imprese televisive locali, soprattutto sul fronte della raccolta pubblicitaria. Lo Studio dimostra che il comparto, a causa dell’inarrestabile contrazione della raccolta pubblicitaria, non sarebbe più in grado di sostenersi in assenza dei benefici statali: dal 2008 si è dimezzato il valore dei ricavi totali” ha dichiarato Maurizio Giunco presidente dell’Associazione TV locali aderenti a CRTV.
Lo Studio documenta inoltre che è in atto una riduzione drastica soprattutto delle imprese più piccole a causa di fallimenti o cessazione di attività; ma il fenomeno colpisce anche le aziende più strutturate, che segnano un incremento dei ricavi in conseguenza dell’appostamento in bilancio dei contributi di competenza 2016, derivati dall’applicazione del nuovo Regolamento di cui al DPR 146/2017 e dal conseguente incremento dello stanziamento complessivo (un raddoppio rispetto al 2015).
“Come noto il provvedimento, attraverso una serie di requisiti oggettivi di ammissione e di criteri per migliorare la qualità dei programmi, tende a scoraggiare la mera occupazione frequenziale per soddisfare interessi di carattere generale, quali pluralismo dell’informazione, consolidamento e sviluppo dell’occupazione, anche giornalistica, del settore, qualità dei programmi offerti agli utenti anche attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative“, spiega una nota di Confindustria che affronta la crisi ormai cronica della tv locale.
“Tutti elementi essenziali per il raggiungimento degli obbiettivi che l’Associazione TV Locali di Confindustria Radio Televisioni si è prefissata e costituiscono la base della piattaforma politica dell’Associazione – ha aggiunto Giunco -. Il fine è quello di ridare slancio al comparto della televisione locale che nell’era della globalizzazione intende ancora essere propositiva e svolgere quel ruolo imprescindibile di strumento informativo capace di dare voce al proprio territorio, e di essere nuovamente strumento di innovazione e sperimentazione”.
Lo Studio, sviluppato in collaborazione con i sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom Uil, è nato in un’ottica di servizio nell’ambito dell’Osservatorio Nazionale delle imprese radiotelevisive private previsto dal Contratto Nazionale del settore.
Giunto alla sua 24° edizione, lo studio sulla tv locale di CRTV monitora ogni anno l’andamento di tutte le aziende operanti nel settore televisivo, nazionali e locali, a partire da dati oggettivi comparabili, costituiti dai bilanci presentati presso le Camere di Commercio. “Una storia economica, industriale e patrimoniale unica, soprattutto per il comparto dell’emittenza televisiva locale per il quale mancano elaborazioni di sistema e per il quale lo studio fornisce diversi elementi importanti per una comprensione, appunto, di sistema: censimento dei soggetti effettivamente operanti, dati economici e patrimoniali, classi di fatturato, distribuzione sul territorio e stima degli addetti diretti”, ha invece dichiarato Franco Siddi, Presidente di CRTV. (E.G. per NL)