Ma sì, forse ha ragione Carlo Freccero. In un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano e pubblicata oggi, il direttore di Rai4 mette un punto e va a capo.
“Spazziamo il vecchio. – dice – Andiamo oltre il nemico, il contraddittorio, il pesetto di maggioranza. Non c’è bisogno di avere la Santanchè o Ghedini. Questa comunità ha rivoluzionato la televisione. Stringiamoci intorno al nuovo, e smettiamola di creare teatrini e presepi con chi dice qualcosa e chi replica col contrario”. Ed, in effetti, da Santoro contraddittorio non ce n’è stato e né se ne è sentita la necessità. È un modello considerato superato da questi pionieri, un modello che invece di puntare sulla eticità dell’informazione continua a fornire due versioni del mondo antitetiche e incompatibili, che confondono e creano antagonismi e radicalismi. Però Parenzo, da vecchio lupo della televisione, ha deciso di prendere la palla al balzo, sfruttare questo trend e questo momento di popolarità straordinaria cercando di farlo fruttare al massimo. Come è accaduto pochi mesi con La7, allorquando la tv di Ti Media sembrava sul punto di trasformarsi in un terzo polo forte e politicamente rivale, con tutti i volti scomodi della Rai che sembravano sul punto di fare il salto della quaglia e accasarsi alla corte di Ruffini (seguendo la strada tracciata da Mentana e poi seguita da Saviano, Formigli, Parodi, Prodi), oggi Mediapason, editrice di Telelombardia, Antenna 3 Lombardia, Canale 6 e Videogruppo (giusto per parlare solo dei canali di derivazione analogica), che trasmettono Servizio Pubblico, sembra diventata il nuovo eldorado di chi è d’accordo sul nuovo concetto di televisione che si sta lanciando. Questo trend, qualora venisse confermato, porterebbe, però, inevitabilmente, alla creazione di un contraddittorio in rete. Il nome caldo che si è sentito in queste ore è quello di Giuliano Ferrara, agonizzante nella Rai del suo padrone, con ascolti che avrebbero già fatto saltare sedie meno prestigiose della sua. “All’inizio ci chiamavano tv libere – spiega Sandro Parenzo, presidente di Mediapason -. Adesso riprendiamo quella vocazione, ma senza connotazioni ideologiche, con la nuova trasmissione Servizio Pubblico di Michele Santoro. Ho sentito anche Giuliano Ferrara che si è detto interessato a traslocare dalla Rai, alla fine di Radio Londra. Coinvolgerei anche Vittorio Feltri – rivela, poi – ma non ha voglia di fare tv ed è anche costoso. Già con Santoro, comunque, dimostreremo di poter fare grandi numeri con un format forte”. E i grandi numeri, in effetti, dopo la prima puntata sono arrivati. 2 milioni e 300 mila spettatori circa hanno seguito il programma sul circuito locale. Almeno un altro mezzo milione – qui i dati sono ancora provvisori – lo hanno fatto in streaming, dai siti di Corriere, Repubblica, il Fatto e Servizio Pubblico. Santoro, nei piani di Parenzo, servirà come testa di ponte per far affezionare gli spettatori a questo nuovo circuito e farli abituare all’idea di una fruizione alternativa al duopolio. Poi verranno altri nomi, si creeranno contradditori, sperando di non tornare a vecchie formule, trite e ritrite, e non far entrare i poteri classici dalla porta di servizio. (G.M. per NL)