Per lo stato di grave crisi in cui la televisione versa da oltre un anno, giornalisti e personale tecnico-amministrativo dell’emittente televisiva Roma Uno indicono lo stato di agitazione con decorrenza odierna.
"Da 13 mesi – si legge in un comunicato – i lavoratori percepiscono solo il 60% dello stipendio, in nome di un accordo di solidarietà cui si era giunti con la prospettiva di un rilancio che a tutt’oggi non è mai arrivato. Non solo, negli ultimi mesi le condizioni di lavoro sono peggiorate. Tutte le attività, nei diversi reparti, sono in sofferenza e nell’impossibilità di svolgere le mansioni quotidiane così come fatto in passato. A gravare, in particolare sulla produzione la carenza di un apparato tecnico adeguato, con la strumentazione che, usurata dal tempo, si guasta senza essere sostituita. Ai giornalisti, che da sempre hanno svolto compiti di telereporter, ad oggi non vengono messe a disposizione telecamere, computer e automobili di servizio. Ne consegue un grave stallo della produzione minima quotidiana. A tutto questo si deve aggiungere lo stato di degrado generale della struttura lavorativa dove, da oltre un mese, manca un adeguato servizio di pulizia quotidiana con una conseguente precarietà delle condizioni igienico-sanitarie. Non ultimi, infine, i ripetuti ritardi nel pagamento degli stipendi. In queste difficili condizioni ancora non è dato di sapere quale sarà il futuro di questa emittente e dei suoi 30 lavoratori. Alla luce di tutto questo i dipendenti chiedono con forza all’azienda di dare finalmente chiarimenti in tal senso e di garantire condizioni di lavoro dignitose", conclude il comunicato. (R.R. per NL)