La chiusura di TPN Telepordenone: fine annunciata per la storica emittente friulana.
La televisione locale, in onda dal 1980, lascerà l’importante logical channel number n. 16 ad una visual radio: l’inarrestabile Radio Birikina Tv di Roberto Zanella, che approderà sulla rete regionale di 1° livello di Rai Way.
Sintesi
TPN Telepordenone, una delle emittenti storiche del Friuli Venezia Giulia, cessa definitivamente le trasmissioni.
Fondata nel 1980 in forma un po’ goliardica da un gruppo di imprenditori locali (cui presto subentrò l’attuale editore Mario Ruoso), la stazione ha rappresentato per quasi 45 anni un punto di riferimento per il territorio, con numerosi spin-off editoriali.
Tuttavia, l’evoluzione del mercato editoriale, il calo dell’audience, l’incapacità di reagire con efficacia ai cambiamenti tecnologici e, forse, un atteggiamento troppo intransigente dell’editore (una su tutte, la diatriba con l’ex anchorman – fino al 2017 – di TPN Gigi Di Meo, artefice del canale concorrente pordenonese Il 13), ne hanno segnato un declino inesorabile.
La conferma che il panorama delle TV locali si trova di fronte a sfide simili, tra necessità di innovazione e difficoltà a mantenere un’identità regionale.
Le origini, le difficoltà e il successo locale
TPN Telepordenone, nata come piccola realtà territoriale, si era affermata negli anni come emittente simbolo del Friuli Venezia Giulia.
L’emittente, pur tra molte difficoltà iniziali – aggravate, agli esordi, dal furto del trasmettitore che componeva il ripetitore in montagna pochi giorni dopo aver concluso un importante leasing per l’acquisto (circostanza che aveva spinto i soci iniziali ad abbandonare la partita) – aveva saputo creare un legame forte con il pubblico locale, offrendo informazione, intrattenimento ed approfondimenti di interesse regionale.
Gli spin-off
Negli anni ’80 e ’90, TPN Telepordenone rappresentava una voce autorevole e vicina alle esigenze del territorio generando molti prodotti paralleli, tra cui TPN Radio (ex ARF Antenna Radio Friuli di Cormons, fondata nel 1977 da Renato Mantello, che nel 1982 si era unita con TPN Telepordenone), Videoregione (ex Videopordenone), Canâl Furlan, Energy Tv, Shopping, Italianissima.
Informazione a tutto tondo
Con un palinsesto che includeva telegiornali, rubriche culturali e programmi sportivi, col contributo di tre redazioni di cui due decentrate (Portogruaro per il Veneto Orientale e ad Udine), l’emittente si era costruita una reputazione solida.
La differenza
La sua capacità di raccontare le realtà locali con autenticità la differenziava dai grandi network nazionali e dalle grandi stazioni interregionali venete.
Il lento declino
Il declino di TPN Telepordenone, come per molte altre stazioni locali, è iniziato con l’avvento delle nuove tecnologie e dei cambiamenti nei modelli di consumo verso i quali la stazione non ha saputo rispondere adeguatamente.
Il DTT
Prima le due fasi della migrazione al digitale terrestre (la seconda la fece slittare da LCN 15 a 16), poi l’ascesa delle piattaforme online hanno reso sempre più difficile per le emittenti locali competere con il nuovo panorama editoriale.
Le difficoltà
La frammentazione dell’audience e la difficoltà a generare entrate pubblicitarie sufficienti, hanno poi portato a una riduzione progressiva dell’attività, con un progressivo depauperamento dell’organico.
La gestione Ruoso
D’altra parte, proprio la gestione familiare di Mario Ruoso (oggi 86enne) – che aveva quasi subito rilevato le quote del fondatore Franco D’Angelo e del gruppo di 20 commercianti della città – pur rappresentando un punto di forza iniziale, si è scontrata con la necessità di modernizzare il modello operativo.
La tv con quattro lire
Sandro Piccinini e Giancarlo Dotto così scrivevano su Il mucchio selvaggio, cultoso ed irriverente tributo alle emittente libere: “D’Angelo parte con quattro lire e con uno staff di volontari reclutati nei bar della città.
I baristi cameramen e registi
Cameraman e regista sono i baristi amici, gestori di pizzerie, gelaterie, lavasecco e tabacchini”.
La perdita di centralità
Negli ultimi anni, il canale 16 del digitale terrestre aveva perso centralità, riflettendo una crisi che coinvolge molte emittenti locali in Italia.
Abbandono
Da oltre due anni il sito risultava praticamente abbandonato, con l’ultimo aggiornamento informativo datato agosto 2022, mentre da luglio di quest’anno era stato sospeso anche lo storico Telegiornale del Nordest (che aveva ripreso dopo uno stop a marzo), in onda per un’ora alle 19 con tre repliche fino alla mattina del giorno dopo.
La riduzione di copertura
Nel settembre 2024, TPN Telepordenone ha abbandonato la rete regionale di 1° livello di Rai Way, relegandosi su quella di 2° livello dell’operatore locale RAN Tv per Trieste e Gorizia, col paradosso di non essere visibile nella sua terra d’elezione, Pordenone.
Lezione per il futuro: cosa resta di TPN Telepordenone
La chiusura di TPN Telepordenone – che lascerà il posto alla versione televisiva della superstation radiofonica interregionale Radio Birikina dell’editore Roberto Zanella – pone interrogativi sul futuro del broadcasting locale in un mondo dominato da piattaforme globali.
Il kit per la sopravvivenza
La chiave del successo per le emittenti regionali potrebbe risiedere nell’innovazione, nell’integrazione con i media digitali e nella capacità di mantenere una forte identità territoriale.
Cruciale ma non sufficiente
Tuttavia, la storia di TPN Telepordenone insegna che il legame con il territorio, sebbene cruciale, non basta senza una strategia che sappia adattarsi ai mutamenti tecnologici e culturali. (E.G. per NL)