Continua la crisi del settore televisivo locale: nel 2015 il comparto perde 36 milioni di euro di ricavi (-10% rispetto al 2014) e 500 addetti diretti (-13%), e registra un passivo di 64 milioni di euro complessivi, ossia rimane in zona negativa, ma con un miglioramento (+16%).
Sui risultati pesa la contrazione degli investimenti pubblicitari, ancora in calo nonostante la ripresa a livello nazionale, che portano quelli della tv locale a 252 milioni di euro (-6,2%); ma anche la contrazione degli altri ricavi, scesi a 72 milioni di euro (-21,5%) e costituiti per oltre il 50% dai contributi statali.
Il declino appare ancora più evidente considerando i dati dell’ultimo triennio: 108 milioni di euro persi (-25%) nei ricavi totali, -17% i ricavi pubblicitari. Si contrae il numero di imprese attive (29 fallite e 35 in liquidazione) ma soprattutto il mercato sta già operando una selezione, purtroppo non nel senso della sostenibilità complessiva del comparto. In sofferenza risulta infatti l’impresa media, con ricavi sopra al milione di euro, mentre permane una altissima polverizzazione a livelli di fatturato: nel 2015 sono 136 le aziende con ricavi inferiori ai 250.000 euro, pari al 40% del totale, valori troppo bassi per una azienda televisiva commerciale.
È quanto risulta dallo Studio Economico del Settore Televisivo Privato pubblicato da Confindustria Radio Televisioni – CRTV, giunto alla sua 23° edizione e presentato a Roma oggi nell’ambito dell’incontro “TV Locali. Ritorno al Futuro – Nuove regole per la valorizzazione di un patrimonio industriale”. I dati sono relativi a 338 aziende televisive commerciali locali strutturate in società di capitale, che esprimono una forza lavoro stimata di circa 3.200 dipendenti. L’analisi è aggiornata al 2015, ultimo anno per il quale ad oggi risulta un numero consistente di bilanci pubblicati.
I dati riportano l’emittenza televisiva locale ai livelli di 15 anni fa, nel mezzo l’ascesa e poi il calo, inesorabile anno per anno, dopo il picco del 2008: i motivi includono la crisi economica, che ha contratto gli investimenti pubblicitari; la digitalizzazione del segnale, un’opportunità per il comparto locale, ma anche una sfida, a fronte di investimenti in tecnologie, reti e contenuti e di una accresciuta concorrenza multicanale; i tagli al sostegno statale – dal picco dei 162 milioni di euro erogati nel 2008 a sostegno della digitalizzazione siamo arrivati a 36,4 milioni del 2015.
L’analisi declina i dati anche per classi di ricavi, patrimonio e capitale investito ed analizza utili e perdite: a questo livello di analisi pur confermandosi la sofferenza del comparto si registra un lieve miglioramento nel saldo utili e perdite e negli indici di redditività delle aziende. Bisogna considerare infatti che la diminuzione di aziende attive ha operato una prima selezione sul campo. Ma la crisi si estende sul territorio intaccando le imprese più sane: in un ipotetico bilancio a livello regionale, il Veneto che ancora nel 2013 aveva un saldo positivo fra utili e perdite, nel 2014 si allinea al risultato negativo che è comune a tutte le regioni italiane, raddoppiandolo nel 2015.
“Il cambio di passo è improcrastinabile”, commenta Franco Siddi, Presidente di Confindustria Radio Televisioni “a tutela delle imprese che sono strutturate per fornire un servizio di qualità sul territorio. Il regolamento appena varato sui criteri di ripartizione dei contributi pubblici alle emittenti, e che ora entra nella fase cruciale della decretazione attuativa, promette di intervenire selettivamente per promuovere lo sviluppo di un sistema televisivo locale sostenibile ed efficiente. La televisione locale dovrà infatti essere in grado di sostenere anche le altre sfide del settore tra cui, imminente, quella della riorganizzazione delle frequenze della cosiddetta banda 700 prevista entro il 2022: uno snodo cruciale per il futuro della piattaforma televisiva in chiaro in Italia”.
Secondo Maurizio Giunco, Presidente dell’Associazione delle TV Locali e Vicepresidente CRTV, “dall’analisi dei bilanci si evince ancora una volta la situazione di grave difficoltà in cui versa l’emittenza televisiva locale anche a causa del suo sovradimensionamento per il numero di operatori e marchi, a scapito della qualità e della sostenibilità del mercato”. Nonostante ciò credo si possa dire che a breve assisteremo a una svolta decisiva, grazie all’approvazione del nuovo regolamento, finalmente selettivo, per la concessione dei contributi alle tv locali per la funzione di pubblica utilità che esse svolgono; e l’atteso regolamento per la de-fiscalizzazione della pubblicità incrementale. Sono due importanti passi dai quali avviare una necessaria e radicale riforma del comparto. Una volta rimossi gli ostacoli strutturali, sono certo che le tv locali sapranno riaffermare con forza il loro ruolo”.
Il sottosegretario On. Antonello Giacomelli, impedito ad essere presente all’evento per impegni istituzionali legati al Piano Banda Ultra Larga, non ha voluto far mancare il suo saluto e il suo contributo in un messaggio inviato al Presidente Giunco nel quale ha, tra l’altro, dichiarato: “Con le nuove norme relative a criteri e procedure di erogazione dei contributi per le emittenti radiotelevisive locali si è finalmente archiviata una procedura complessa e superata l’erogazione a pioggia delle risorse. Il Nuovo Regolamento tiene conto di criteri selettivi di merito e garantisce certezza nei tempi di riparto”. Il Sottosegretario ritiene importante “che sul tema dell’industria televisiva locale si sviluppi un’ampia riflessione” e trova “opportuno l’appuntamento di Confindustria Radio Televisioni sulle nuove regole per la valorizzazione di un patrimonio industriale”.
Giunto alla sua 23° edizione lo Studio è redatto da CRTV nell’ambito dell’Osservatorio Nazionale delle Imprese Radiotelevisive Private, previsto dal Contratto Nazionale in collaborazione con i sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom Uil.
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Basato sull’elaborazione dei bilanci pubblicati presso le Camere di Commercio locali dalle società di capitali del comparto, lo Studio è l’unico strumento di analisi e monitoraggio periodico del sistema televisivo locale italiano nonché di interpretazione del peso e l’andamento dello stesso all’interno del sistema televisivo nel suo complesso. I fondamentali delle emittenti locali – ricavi, utili e perdite, patrimonializzazione, addetti, redditività – sono infatti parametrati su quelli delle televisioni nazionali, in un’ottica di sistema, appunto, ma anche di riferimento al perimetro di rappresentanza dell’Associazione (emittenza pubblica e privata, gratuita e a pagamento, operatori di rete).
Lo Studio fa parte delle pubblicazioni periodiche a cura dell’Ufficio Studi di Confindustria Radio Televisioni, che contempla, fra l’altro, anche un’indagine analoga per il settore radiofonico. (E.G. per NL)