Sono purtroppo stati confermati i timori di questo periodico, esposti qualche settimana fa. In un clima di cordoni della borsa stretti, anche Claudio Scajola (foto) deve fare di necessità virtù e quindi riduce le richieste in vista della Finanziaria 2010.
Per il suo dicastero dello Sviluppo Economico pare chiederà per il comparto televisivo solo 45 milioni di euro, in aggiunta ai 50 di supporto alla transizione digitale. Molto meno degli attesi 70 milioni per l’anno che verrà. Una botta per le emittenti locali, le cui associazioni sono ancora arrossate per lo schiaffone preso al Senato nei giorni scorsi, allorquando erano stati bocciati, invero senza particolare difficoltà, gli emendamenti alla Finanziaria 2010 proposti da politici che avevano sposato la causa degli editori televisivi. L’obiettivo degli interventi in Parlamento era il ripristino dei fondi ex L. 448/2001 sulla media degli ultimi due anni, attraverso un aumento teso a ricostituire uno stanziamento di 70 mln di euro per il 2010, di 90 mln per il 2011 e di 55 mln a decorrere dall’anno 2012, per ritornare alla dotazione originaria di 150 mln/annui. Particolarmente colpite dalla riduzione dei contributi saranno le superstation e le grandi emittenti regionali che, in non pochi casi, hanno fino ad ora goduto singolarmente di contributi milionari. A questo punto, volenti o nolenti, agli editori locali non resta che ritrovare quella fantasia commerciale ed imprenditoriale che ne aveva contraddistinto gli esordi, per sviluppare nuove aree di business (anche grazie all’attività di network provider) che possano compensare il vuoto economico lasciato dalla riduzione dei fondi governativi.