Franco D’Angelo, fondatore di TPN Telepordenone, racconta a NL come nacque la storica televisione pordenonese all’indomani della notizia della chiusura (a favore di Radio Birikina Tv): dagli esordi a RTB Radiotelevisione Barbara, all’attentato al trasmettitore che spinse i soci iniziali a disimpegnarsi dall’avventura televisiva, passando per gli anni d’oro, con la gestione di Video Friuli, fino alla crisi che ha condotto all’epilogo.
Sintesi
L’articolo sulla chiusura della storica TPN Telepordenone (che lascia il posto, su LCN 16 in Friuli Venezia Giulia alla versione televisiva della superstation Radio Birikina) ha suscitato un grande interesse tra i lettori ed è stato ripreso da altre testate, rimbalzando anche sui social.
Alla luce di questo riscontro, abbiamo deciso di contattare il fondatore di TPN Telepordenone, Franco D’Angelo, che ha ripercorso in una lunga intervista gli esordi, i momenti di gloria e le probabili causa della fine della lunga avventura dell’emittente.
L’intervista
(Newslinet) – Chiude TPN. Da tempo lei ne è fuori, dispiace comunque?
(Franco D’Angelo) – Certo, era un riferimento per i pordenonesi e non solo.
(NL) – Quando nacque l’idea di TPN?
Tutto nacque in Telebarbara
(Franco D’Angelo) – Devo precisare che la mia avventura, nel settore televisivo, nacque nel 1978, in una delle prime TV private del Triveneto: RTB Radiotelevisione Barbara. Nel giugno del 79, tuttavia, la proprietà di quest’ultima decise di eliminare le trasmissioni locali, puntando decisamente alle televendite, che rendevano molto di più.
Si prosegue
Ormai, però, ero affascinato dai riflettori e così decisi di creare TPN. Dopo circa tre mesi ed aver contattato alcuni industriali ed amici, con esito positivo, riuscii a realizzare il mio sogno con il sostegno maggiore di un industriale del Veneto, che non avevo mai conosciuto, ma che era in accordo col mio progetto, versando 80 milioni di lire.
La s.r.l. Telepordenone
Nel dicembre del 1979 veniva così costituita ufficialmente una s.r.l. A maggioranza assoluta, venivo eletto presidente e direttore generale della TV, sostenuto a gran titolo dal maggiore azionista, l’architetto Merlin (era lui l’industriale che aveva versato 80 milioni). Il 13 dicembre del 79 (quindi 45 anni fa esatti), accendendo il canale 39 UHF, nasceva TPN.
Non la prima, ma la più importante
(NL) – Tuttavia, se non ricordiamo male, non fu la prima tv libera di Pordenone. Qualcuno, lì, ci aveva già provato…
(Franco D’Angelo) – E’ vero. Oltre a Telebarbara, successivamente, nel pordenonese, nasceva TV2000. Ma non ebbe la costanza e sostanza per contrapporsi a TPN, da me gestita. Successivamente la proprietà cedette la frequenza da cui nacque Canale 55. Quest’ultima, dopo circa dieci anni, passò il testimone. La sua erede è TV 7.
Il furto del trasmettitore. Che non ci fu…
(NL) – Ci è stato riferito che la decisione di cedere le quote da parte dei 20 commercianti della compagine iniziale avvenne dopo il furto di un costoso trasmettitore, per il quale era appena stato sottoscritto un finanziamento…
(Franco D’Angelo) – Peggio: era il 22 maggio del 1982, quando la casetta dove era installato il ripetitore, nella zona della Castaldia, a causa di una bomba collocata da ignoti, bruciò distruggendo il trasmettitore.
L’assemblea straordinaria
In qualità di presidente, convocai pertanto un’assemblea straordinaria per comunicare ai soci l’accaduto. Gli stessi avrebbero dovuto, in proporzione alle rispettive quote, anticipare la somma di 90 milioni per l’acquisto di un nuovo ripetitore, in attesa del risarcimento dell’assicurazione.
La compagine si sfalda
La maggior parte dei soci, però, rifiutò di contribuire con altri versamenti; avevano paura di altri attentati. Tuttavia, il socio di minoranza Mauro Ruoso si offrì di pagare personalmente il ripetitore, chiedendo, in contropartita, la cessione delle quote, che gli attribuirono il controllo della società. La polizia concluse le indagini sull’accaduto senza mai individuare i responsabili.
Il periodo d’oro
(NL) – Si dice che la raccolta pubblicitaria locale in Friuli non sia mai stata ricca come quella del Veneto. Telebarbara dimostra il contrario. Nel vostro caso come era?
(Franco D’Angelo) – Durante la mia gestione, fino al novembre del 1984, il fatturato era soddisfacente: puntavo alle trasmissioni locali di ogni genere. Un TG con ospiti locali, trasmissioni per ragazzi e dirette specifiche di cartomanzia e maghi di ogni genere. Era il periodo di un fatturato straordinario.
Dopo la cessione delle quote
(NL) – Dopo la cessione delle quote, rimase in TPN. Con che ruolo?
(Franco D’Angelo) – Art Director e direttore commerciale.
La crisi
(NL) – Quando è iniziata la crisi e perché?
(Franco D’Angelo) – Nell’ottobre del 1984 ebbi una ghiotta proposta per dirigere una nuova TV (fondata da Edmondo Pasquetti, con capitali del colosso fotografico del tempo Gregoris Color e sotto la direzione tecnica di Gianni Baeli, ndr) Video Friuli (UHF 58) affiliata alla milanese Rete A. Non potevo rifiutare. Successivamente, la società che gestiva l’emittente, cui sopra, propose a Ruoso di cedere la TV e quest’ultimo accettò, ma solo in gestione.
L’unione
Con la conclusione dell’accordo ebbe luogo il trasferimento degli studi di TPN nella sede di Video Friuli, gestiti da quella che al tempo era una imponente azienda di Azzano Decimo (la citata Gregoris Color, ndr). In quel periodo ero direttore commerciale delle due TV con copertura del Friuli e del Veneto Orientale, fino a Venezia. Ma questa è un’altra storia..
Il ritorno
Dopo due anni TPN tornò tuttavia sotto il controllo Mario Ruoso. La gestione commerciale faticò a trovare stabilità, con continue successioni dei direttori; s’intuisce che chi comandava su tutto era l’editore.
La Tv locale ai giorni nostri
(NL) – Arriviamo ad oggi: nell’era dello streaming ha ancora senso una tv locale?
(Franco D’Angelo) – Oggi i costi di gestioni sono molto inferiori rispetto agli anni Settanta ed Ottanta. Attualmente con un telefonino si possono effettuare delle riprese in 4K e di buona qualità e delle dirette senza problemi. Con internet si può fare di tutto. Ma credo che con idee chiare si possa ancora fare una TV locale, coinvolgendo il più possibile le aziende del territorio e soprattutto i possibili utenti. Ma oltre ad una solidità economica ci vuole coraggio a scendere sulle strade e coinvolgere i cittadini che possono dare voce ad ogni problema del territorio.
L’errore iniziale
(NL) – Ha rimpianti?
(Franco D’Angelo) – Certo: non aver scelto con cura i soci che hanno dato vita a TPN. (M.L. per NL)