Come già reso noto su queste pagine, l’emittente televisiva cosentina Teleuropa ha attivato la procedura di riduzione del personale che prevede il licenziamento collettivo di 11 degli attuali 22 dipendenti in servizio nella sede di Rende, in provincia di Cosenza.
L’azienda, operante nel settore dal 1992, imputa la decisione alla “situazione finanziaria estremamente grave, con gravissimo rischio occupazionale, in caso di fallimento e chiusura definitiva”. Una situazione situazione si prospetta però anche anche a Telestars, l’emittente televisiva che ha sede nella stessa struttura di Teleuropa. La denuncia proviene dal Sindacato dei giornalisti della Calabria, che ricorda come Teleuropa abbia annunciato un piano di tagli che prevede 11 esuberi, di cui 2 impiegati receptionist su 2, 2 montatori su 3, 2 operatori di ripresa su 3, 1 operatore di emissione su 2, 2 tecnici mixer video su 4 e 2 giornalisti su 7. Il segretario del Sindacato dei giornalisti della Calabria e membro della Giunta esecutiva della Fnsi, Carlo Parisi, ha così commentato la vicenda: “Un epilogo purtroppo, previsto da tempo, nel quale non poche responsabilità hanno coloro i quali, invece di prendere in seria considerazione le proposte avanzate dal Sindacato dei giornalisti sin dal 2011, finalizzate all’attivazione degli ammortizzatori sociali, hanno trascinato i giornalisti in sciagurate scelte che hanno finito per calpestare la loro dignità umana e professionale. Scelte – ha ricordato Parisi – assolutamente non condivise dal Sindacato che hanno visto i giornalisti prima rinunciare dalla sera alla mattina al contratto nazionale Fnsi-Fieg, passando al depotenziato Fnsi-Aeranti-Corallo, poi addirittura alla trasformazione dello stesso da full-time a part-time. Contro il parere del Sindacato – ha sottolineato il sindacalista – che ha assistito l’unico giornalista che, all’epoca, ha avuto il coraggio di opporsi, prima di lasciare l’emittente recuperando comunque tutte le spettanze dovute”. Per parte propria, Teleuropa srl lamenta “un notevole allungamento dei tempi di incasso dei crediti” e della posizione debitoria che “ha, di fatto, creato una notevolissima crisi di liquidità che ha portato ormai al deterioramento dei rapporti con il personale dipendente e con i fornitori di materie prime e servizi che attendono da diversi mesi i pagamenti delle loro competenze”. A questo, l’azienda aggiunge la disdetta o, comunque, il notevole ridimensionamento degli investimenti pubblicitari sull’emittente con “conseguente drastica contrazione dei fatturati previsti”. A giudizio di Teleuropa “ogni altra soluzione, pur astrattamente ipotizzabile, appare del tutto impraticabile in concreto. In particolare – afferma l’azienda – non appare in alcun modo praticabile la strada del ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria e/o contratti di solidarietà, del tutto incompatibile con la natura strutturale e definitiva dell’esubero, derivante da un’insindacabile (ma certamente necessaria ed opportuna, anzi inevitabile) scelta imprenditoriale di ridimensionamento dell’attività aziendale, con correlativo e necessariamente proporzionale ridimensionamento degli organici. Non è altresì possibile – sostiene Teleuropa srl – collocare i lavoratori in esubero presso altre unità produttive, non avendo la società altre unità produttive oltre quella menzionata”. “Singolare, dunque – contesta Parisi – l’affermazione secondo cui la società ricercherà responsabilmente, nel corso dell’esame congiunto con le organizzazioni sindacali, ogni possibile misura volta a fronteggiare le conseguenze sul piano sociale dell’attuazione del piano di riduzione del personale” la cui esecuzione, a giudizio dell’azienda, “avverrà presumibilmente entro il mese di luglio-agosto 2015”. “Se, invece, di ostentare solidità – prosegue Parisi – a scapito dei dipendenti (che hanno raggiunto le dieci mensilità arretrate non corrisposte), Teleuropa avesse scelto per tempo la strada degli ammortizzatori sociali, oggi forse lo scenario sarebbe diverso. Qualcosa, per fortuna, è comunque, cambiata: i lavoratori non hanno dato credito a chi ha tentato di convincerli a dimettersi volontariamente, entro il 30 giugno, in cambio della rateizzazione degli arretrati e del Tfr in dodici mesi. Non è mai troppo tardi, ma è importante per chi fa informazione ed ha il dovere di rispettare la propria dignità prima di occuparsi di quella degli altri”. Identica situazione vivono anche i dipendenti di Telestars, l’emittente televisiva che ha sede nella stessa struttura di Teleuropa, nonostante la formale distinzione delle due persone giuridiche che, comunque, sono in parte identiche e complementari. Una delle tre giornaliste in servizio, Patrizia De Napoli, assistita dal Sindacato Giornalisti della Calabria, il 19 maggio scorso si è dimessa per giusta causa rivendicando il pagamento di otto mensilità, della tredicesima, dell’indennità del mancato preavviso e del Tfr, denunciando “il grave inadempimento del datore di lavoro”. (E.G. per NL)