Tv locali. Bologna: Nettuno Tv chiude i battenti, licenziati i dipendenti. L’emittente era stata ceduta dalla Curia sette mesi fa a una societa’ privata. Schiarita invece a Telesanterno

Nettuno

Brutta notizia a Bologna con la chiusura di Nettuno Tv, emittente prettamente felsinea che trasmetteva su LCN 99 ed era peraltro visibile anche in altre parti della regione.
La stazione era stata ceduta gratuitamente pochi mesi fa, come riportato da questo periodico, dalla Curia bolognese, che ne deteneva maggioranza, a Best Tool, una società di Ozzano Emilia (nel Bolognese) che si occupa di progettazione, sviluppo e assistenza in campo informatico e che ha tra i suoi clienti diverse emittenti radiotelevisive della regione. La svolta era stata voluta dall’attuale arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, che non voleva più che la Curia locale avesse posizioni di controllo nei media.
Per questo era stata ceduta alla stessa Best Tool anche la proprietà di Radio Nettuno, notissima e storica stazione in Fm legata (e preesistente) a Nettuno Tv.
Nettuno Tv, a sua volta, era nata circa cinque anni e mezzo fa, dopo che la Curia (all’epoca non gestita da Zuppi) aveva deciso di abbandonare il suo impegno (e le sue quote) nell’altra Tv locale È Tv per affiancare una Tv locale alla Radio felsinea che controllava da tempo. Radio Nettuno, per l’appunto, nota al pubblico per il suo stretto legame con la squadra di calcio locale.

In questi anni Nettuno Tv, sotto la direzione di Francesco Spada, aveva saputo proporsi come emittente della città emiliana per definizione (anche nel nome), realizzando TG, rubriche e iniziative (il famoso camper in giro per la provincia) sempre legate alla realtà locale.
Gli effetti della cessione a Best Tool non sono però stati quelli ipotizzati dalla Curia e la Tv (e per alcuni versi anche la Radio) ha avuto molte difficoltà in questi mesi. Fino alla repentina chiusura di questi giorni, con cessazione delle trasmissioni e licenziamenti dei dipendenti.
A divulgare la notizia è stata l’Aser, il sindacato dei giornalisti dell’Emilia-RomagnA.
Si spegne un’altra voce dell’informazione a Bologna: Nettuno Tv ha licenziato i dipendenti e cessato le trasmissioni – si legge in una nota dell’ente esponenziale -. A restare senza lavoro sono due giornalisti a tempo pieno, una giornalista part time e un altro giornalista impropriamente inquadrato come tecnico.


A licenziare è stata Best Tool, una società informatica con sede a Ozzano dell’Emilia (Bologna) che aveva ricevuto gratuitamente alla fine dello scorso anno le quote della società, di cui era proprietaria anche la Curia di Bologna attraverso alcune sue emanazioni.
Insieme alla Tv, Best Tool ha anche la proprietà di Radio Nettuno, a sua volta storica realtà locale, dove da alcuni mesi gli stipendi non vengono pagati.
Come Associazione Stampa Emilia-Romagna non possiamo che stupirci davanti all’inconsistenza di un piano di rilancio che in pochi mesi ha visto portare alla chiusura la televisione e a una situazione fortemente preoccupante per la radio. Inoltre questa decisione arriva dopo settimane di trattative nelle quali il sindacato ha chiesto alla proprietà di trovare soluzioni reali per tutelare un importante bacino di professionalità, che tra l’altro comprendono anche quella di una collega in maternità. Alla fine l’unica risposta è stata quella dei licenziamenti senza offrire in cambio concrete e adeguate possibilità di ricollocamento
”.

L’Aser inoltre ritiene “doveroso che la stessa Curia, che continua ad ospitare nei propri locali Nettuno Tv, si impegni per una soluzione che possa evitare ai lavoratori una situazione che non meritano”.
La nota dell’Aser non è però piaciuta ai dipendenti non giornalisti di Nettuno Tv, i quali hanno voluto ricordare “che i dipendenti complessivamente erano sette (e non meno, come indicato dall’Aser; N.d.R.), di cui in maternità due”. Andrea Alfano, Jessica Brunetti e Filippo Patti, autodefinitosi “i dipendenti dimenticati” di Nettuno Tv, hanno inoltre visioni diverse sulla situazione.
Vogliamo… ringraziare quanto fatto dalla Curia prima e da Best Tool dopo, nel tentativo di ribaltare con abbondanti risorse economiche e un innovativo impegno manageriale, un destino negativamente già tracciato per ben altre cause non dipendenti dalle compagini sociali”, hanno spiegato i collaboratori. Infatti, a loro dire, è stato offerto un impegno “non dovuto… (per) offrire soluzioni a tutti i dipendenti dopo la chiusura della società, espressione di vero senso di responsabilità… Auspichiamo che strumentali e ingorde pretese, e la visione miope di qualcuno, non pregiudichino i percorsi già attuati o in via di sviluppo in queste ore, per assicurare a tutti un’elevata e qualificata dignità lavorativa… anche ai dipendenti invisibili”.

Queste polemiche sembrano comunque solo un brutto ‘atto finale’ di una vicenda che amareggia.
Per fortuna a Bologna non tutto va così male e c’è stata invece una schiarita a Telesanterno (gruppo Bighinati, come Telestense e la ormai quasi ‘scomparsa’ Telecentro), dopo una vertenza che durava da anni e che aveva portato, per mancati pagamenti degli stipendi, a scioperi ad oltranza e vertenze giudiziarie.
Il 18 giugno scorso è arrivata la notizia che dopo quasi 5 mesi di sciopero ad oltranza, i lavoratori (superstiti) del gruppo Telesanterno, giornalisti e non, avevano revocato l’astensione dal lavoro e chiedevano “all’azienda di procedere con la regolare definizione e comunicazione dei turni di lavoro”. Restava confermato, però, lo sciopero in essere in Publivideo2 (altra società del gruppo), “i cui dipendenti (in quei giorni; N.d.R.) risultano ancora in arretrato di oltre 10 mensilità”.
Tuttavia in generale la situazione è migliorata: “Pur essendosi risolti alcuni problemi di mancati pagamenti degli stipendi arretrati, a seguito delle istanze di fallimento poste in essere da diversi lavoratori nei confronti dell’azienda, permangono purtroppo problemi di mancati pagamenti degli stipendi per coloro che non hanno potuto procedere a tale azione, oltre ai ‘classici’ problemi di relazioni sindacali che contraddistinguono da sempre i rapporti con il Gruppo».
L’augurio dei sindacati è che ora «l’azienda voglia ripartire da un dialogo più costruttivo e teso al rilancio dell’emittente, cui tutto il sindacato ha dato tutta la sua più estrema disponibilità». (M.R. per NL)

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