Giorni funesti per circa 45 piccole televisioni italiane che nel 2005 non inoltrarono (o lo fecero senza possedere i requisiti), la domanda ex art. 25 c. 11 L. 112/2004 per conseguire la proroga dell’attività di radiodiffusione televisiva in tecnica analogica nelle more della conversione del sistema tv alla tecnologia digitale. Ne dà conto l’associazione CONNA, pubblicando sul proprio sito una lettera ricevuta da una di queste.
“A causa della legge Gasparri le tv locali comunitarie potevano continuare a trasmettere in analogico dopo il 25/07/2005 a condizione di aver già attivato trasmettitori in tecnica digitale. Molte emittenti avevano fatto domanda di proseguire le trasmissioni ma per motivi di cui siete pienamente a conoscenza non avevano alla data del 25/07/2008 trasmettitori in DVB-T attivati. Questo perchè nel 2005 i costi erano eccessivi, i fornitori di trasmettitori non riuscivano a soddisfare tutte le richieste per tempo, trasmettere in digitale significava (e significa ancora in molte zone d’Italia) l’autochiusura dell’emittente in quanto nessun telespettatore era dotato di decoder DVB-T e non ha, ancora oggi, nessuna intenzione di acquistarlo !
E fu così che sulle circa 630 domande di rinnovo concessione furono assegnati circa 587 rinnovi a proseguire in analogico lasciando circa 45 tv analogiche nel “limbo” dell’incertezza (tv comunitarie, tv parrocchiali, tv no-profit ecc). Alcune di queste tv, di navigata esperienza nel settore, riuscirono ad ottenere almeno l’autorizzazione di fornitore di contenuti digitali continuando, a tutela dell’utenza, a trasmettere anche in analogico.
In queste settimane il Ministero delle Comunicazioni sta inoltrando a queste tv comunitarie il preavviso di procedimento della revoca della concessione analogica probabilmente per “secondi fini” frequenziali.
Se non ricordiamo male l’AGCOM non ha emanato una delibera successiva alla legge Gasparri dove l’utenza finale (il telespettatore) deve essere tutelato e poter continuare a vedere le emittenti analogiche senza oscuramenti caduti dall’alto?
Cosa consiglia il CONNA alle tv comunitarie in questa situazione e con l’autorizzazione di fornitore di contenuti in zone senza alcun operatore di rete?
A parte questa delicata situazione, invitiamo il CONNA a spingere presso le opportune sedi nell’abolire l’obbligo di essere Operatore di rete per le tv comunitarie e poter operare sulle storiche frequenze in analogico fino alla conversione definitiva digitale con la semplice autorizzazione di fornitore di contenuti. In questo modo le piccole tv, secondo noi, sarebbero tutelate”.