“E’ un momento particolarmente delicato per tutto il settore, in quanto mentre la crisi del mercato pubblicitario non accenna inversioni di tendenza, il recente cambiamento delle regole per la transizione alla tv digitale terrestre rischia di causare un drastico ridimensionamento del settore televisivo locale, creando peraltro difficoltà all’avvio del digitale radiofonico”.
Lo ha dichiarato il coordinatore dell’associazione Aeranti-Corallo Marco Rossignoli che all’apertura del Radio Tv Forum 2011 (promosso a Roma dall’ente esponenziale) ha poi evidenziato le difficoltà in cui si trova a operare il settore televisivo locale a causa della sottrazione di risorse per il digital dividend esterno (i canali 61-69 UHF da destinare allo sviluppo della banda larga in mobilità). Affrontando gli effetti della controversa volontà del governo Berlusconi, che per primo questo periodico aveva portato alla luce, Rossignoli ha dichiarato: “la legge di Stabilità 2011 ha sottratto alla radiodiffusione televisiva i canali di trasmissione 61-69, eserciti quasi esclusivamente dalle tv locali, per destinarli attraverso una gara ai servizi di comunicazione mobile in larga banda. Tale riduzione – ha aggiunto Rossignoli – posta a carico del solo comparto televisivo locale, ha la conseguenza che le frequenze sono ora insufficienti per consentire a tutte le tv locali di diventare operatore di rete nelle aree ancora da digitalizzare e di continuare a svolgere tale attività nelle aree già digitalizzate” Rossignoli ha inoltre aggiunto: “Se in sede di assegnazione delle risorse frequenziali alle tv locali spetta un terzo delle frequenze, non è certamente possibile che, quando le assegnazioni devono essere, invece, ridotte, tale riduzione riguardi solo le tv locali. Conseguentemente la riduzione delle nove frequenze di cui ai canali 61-69 dovrebbe essere posta per 1/3 (tre frequenze) a carico delle tv locali e per 2/3 (sei frequenze) a carico delle tv nazionali”. "Si tratta, questo – ha affermato Rossignoli – di un principio ineludibile che Aeranti-Corallo intende sostenere fino in fondo, in sede politica e giudiziale, a livello italiano ed europeo". “Il decreto legge con cui è intervenuto il Governo, in relazione alla riduzione delle frequenze destinate ai servizi di radiodiffusione televisiva, prevede la redazione di graduatorie per regioni e per aree tecniche ai fini del rilascio dei diritti di uso delle frequenze per le trasmissioni televisive digitali terrestri. Tale nuovo percorso normativo rimette in discussione il processo di transizione per le sole tv locali. Non è accettabile che tutte le tv nazionali ottengano senza alcuna selezione l’assegnazione di reti digitali pianificate, mentre solo le tv locali utilmente collocate in graduatoria potranno esercire reti digitali”. “E’ inaccettabile – ha continuato Rossignoli – che mentre vengono ridotte nove frequenze alle tv locali, stanno per essere assegnate gratuitamente, con il beauty contest, sei frequenze per e trasmissioni televisive digitali nazionali, con possibilità di assegnazione di alcune di tali frequenze a soggetti che già eserciscono altri multiplex nazionali” Riferendosi poi agli indennizzi previsti dalla legge di stabilità 2011 per le tv locali, Rossignoli ha sostenuto che gli stessi siano “talmente irrisori da non incentivare certamente nessuna tv locale a cedere le frequenze attualmente esercite. Solo triplicando le risorse sarebbe possibile avvicinarsi ai valori minimi di mercato delle frequenze di trasmissione”. Secondo Rossignoli, l’impostazione secondo la quale il meccanismo delle graduatorie favorirebbe un rafforzamento del settore televisivo locale selezionando le imprese più organizzate e solide non è condivisibile. “Tali graduatorie comporteranno solo un forte ridimensionamento del comparto, che sarà costituito da soggetti deboli e incapaci di competere realmente nel mercato” “Per rafforzare il comparto – ha concluso Rossignoli – sarebbero necessarie norme di indirizzo del mercato pubblicitario, come sgravi di imposta per le aziende che acquistano spazi pubblicitari sull’emittenza locale e come il divieto di trasmissioni pubblicitarie per le pay tv”. (A.M. per NL)