Tv locali. Abruzzo: annunciata chiusura storica Tvq. Sparita da video anche Atv7. Arriva California Radio Tv. Intanto riprende attività Corecom abruzzese

Tvq

L’annuncio della imminente chiusura di Tvq, dato nelle ultime settimane via social dal suo noto giornalista Gianni Lussoso (nella foto), ha provocato una certa sensazione in Abruzzo, dove l’emittente era pur sempre attiva da una vita e, anche se magari non brillava più in programmazione e ascolti, vantava una forte notorietà e aveva ancora non pochi telespettatori fedeli.

Un triste epilogo

Lussoso, volto storico di Tvq, ha scritto su Facebook intorno a metà gennaio che la parabola di Tvq, ultimamente sempre più in difficoltà, sta per avere il suo triste epilogo, dopo decenni di vita, con il licenziamento degli ultimi quattro dipendenti, fra cui il direttore Raffaele Giansante, e successivamente il possibile spegnimento dei canali. Fra l’altro, Tvq ha finora operato sull’appetibile Lcn 19 in Abruzzo e una sua definitiva chiusura naturalmente comporterebbe anche la riassegnazione di questa ambita numerazione.

Decenni di storia

La storia di Tvq rimanda ai tempi ‘mitici’ delle Tv private italiane, quando, all’incirca a metà degli anni ’70, si lottava in diverse parti del Paese per avere il permesso di avviare iniziative televisive diverse dalla Rai.
L’emittente nacque come TeleAdriatica Tva Cavo e fu fondata da quattro pionieri (Gualtiero Minucci, Donato Tatonetti, Loredana Bugada, Guido Fusilli) e dal giornalista Ermanno Ricci, che era anche professore di educazione fisica e – vuole la leggenda – era intenzionato a prendersi una rivincita per la mancata assunzione alla Rai. Di quell’epoca si ricordano in particolare le prime telecronache del Pescara, che talvolta furono persino affidate alla mitica voce di Nicolò Carosio.
TeleAdriatica divenne poi Tva-Q e la direzione passò nelle abili mani di Elia Iezzi.
Nella seconda metà degli anni ‘80, l’emittente prese infine il nome di Tvq, che stava per TeleVisione di Qualità. La storia è continuata, fra alterne vicende, fino ai nostri giorni, con la proprietà passata da tempo nella mani della famiglia Monti, noti imprenditori locali.
Ma le cose da qualche anno non andavano più bene come un tempo e la Tv gradualmente aveva iniziato a perdere colpi. Più di recente le difficoltà si sono accentuate e ci sono stati i primi tagli al personale.

Anche Atv7 esce di scena

Il caso ha voluto che in contemporanea con l’annuncio della fase finale dell’attività di Tvq in gennaio sparisse dal video abruzzese anche un’altra sigla assolutamente storica, quella di Atv7, che qualcuno ricorderà come l’emittente di Avezzano di Mario Spallone, mitico medico di Palmiro Togliatti.
Da alcuni anni Atv7 faceva parte del gruppo di Francesco Di Stefano, protagonista di tante vicende televisive del recente passato italiano con Italia 7 prima e con Europa 7 poi e proprietario da tanti anni di Tvr Voxson a Roma e di Teleregione a Firenze, cui successivamente si era aggiunta appunto Atv7. Da alcuni giorni, dopo una lunga fase di attività fondata più che altro su vecchie repliche, questi canali risultano spenti e non si sa se e quando potranno eventualmente ripartire.

Arriva California Radio Tv

Su un piano invece, ‘positivo’ va segnalato l’arrivo nel digitale terrestre abruzzese della visual radio California Radio Tv, legata alla locale Radio California, che va ad aggiungersi alla collegata Radio Parsifal Tv (a sua volta nata da Radio Parsifal), di cui questo periodico ha a suo tempo dato ampio conto.

Le vicende del Corecom

Per chiudere questa panoramica dall’Abruzzo non si può non spiegare in breve cosa è successo al Corecom regionale, che è stato al centro di alcune controverse vicende.
L’organismo è stato presieduto per più di un decennio da Filippo Lucci, personaggio noto anche a livello nazionale, tanto che era stato eletto anche al vertice del Coordinamento dei Corecom italiani. Nell’estate scorsa, però, anche a seguito del cambio di maggioranza e di Giunta a livello regionale dopo le elezioni (da Centro-Sinistra a Centro-Destra), era stato stabilito che Lucci non poteva più restare nella sua posizione perché il decennio massimo di permanenza in carica era scaduto, conteggiando anche i periodi di proroga.
A seguito della decadenza di Lucci, che in teoria doveva invece restare in carica fino all’autunno di quest’anno, il Corecom è pertanto rimasto nelle sole mani degli altri due componenti, Michela Ridolfi e Ottaviano Gentile. L’effetto però è stato quello della paralisi dell’organismo, che è durata vari mesi.

La Rana alla presidenza

La situazione si è finalmente sbloccata all’inizio di gennaio, con la nomina alla presidenza del Corecom di Giuseppe La Rana, 33 anni direttore dell’associazione di imprese Assovasto e figlio del magistrato Antonio La Rana.
A nominarlo, scegliendo tra i 15 candidati che avevano partecipato allo specifico bando, è stato il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, d’intesa con il presidente del Consiglio Regionale Lorenzo Sospiri.
Va specificato che La Rana, salvo ulteriori novità, resterà in carica, assieme a Gentile e Ridolfi, solo fino all’ottobre prossimo, quando l’intera terna dovrà essere nuovamente rinnovata. Ma almeno l’attività del Corecom è ora ripresa, iniziando a smaltire l’arretrato accumulato nei mesi scorsi.

Nuovi vertici ai Corecom nazionali

L’ultimo capitolo è quello del Coordinamento nazionale dei Corecom d’Italia, al cui vertice fino a poco tempo fa c’era appunto Filippo Lucci. Qui la riunione romana del 24 gennaio ha rinnovato definitivamente le cariche e la presidente del Corecom Sicilia Maria Astone è stata eletta all’unanimità vicepresidente vicario del Coordinamento nazionale dei Corecom, su proposta del nuovo presidente Alessandro De Cillis, presidente del Corecom Piemonte.
L’organismo guiderà i 21 Corecom d’Italia nella complessa fase di transizione verso la nuova Agcom, i cui componenti dovrebbero essere a breve finalmente rinnovati dal Parlamento, dopo una lunga fase di proroga causata dalla consueta inconcludenza a livello politico. (M.R. per NL)

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