Per ora Serially è disponibile solo sul web. Ma già a fine ottobre sarà ricevibile attraverso dispositivi iOS ed AppleTv ed entro novembre su device Android e Android Tv. Infine, nel 2022, Serially arriverà su Amazon Fire Tv. E, soprattutto, sulle diffusissime smart tv di Samsung e LG.
Cos’è Serially?
Il modello si ispira in parte alla versione free di Rakuten Tv, che consente di seguire contenuti tipici dello streaming video on demand (SVOD) ma senza sottoscrivere alcun abbonamento. A condizione, però, di sorbirsi un po’ di pubblicità (un po’ troppa nel caso di Rakuten Tv, va detto). Come la tv lineare, in sostanza.
Attacco alla tv lineare anche sul modello adv
E qui sta il problema: fino ad ora visto dalla tv via etere come un concorrente parziale, sui generis, in quanto competitor solo sugli ascolti e non sulla raccolta pubblicitaria, lo Streaming Video On Demand che evolve nel nuovo modello ADV – ibrido ça va sans dire – va invece ad insidiare il core business tipico dei broadcaster. Già alle prese con una pesante crisi di identità conseguente alle scelte del DVB-T.
Serially OTT tricolore
Ma chi è Serially? Iniziamo con dire che non è un OTT straniero: l’idea è made in Italy. Gli ideatori, Alessandro Mandelli e Massimo Vimini, l’hanno sviluppata attraverso la startup audiovisiva (core nel doppiaggio) iXMedia.
Catalogo
Al momento l’offerta di Serially è limitata a tredici serie tv spagnole ed inglesi (prevalentemente drama, ma con componenti anche nel comedy e nell’horror), in parte sottotitolate e in parte doppiate in italiano. I promotori hanno tuttavia annunciato di portare il catalogo già a 23 serie entro fine 2021.
Punti di debolezza
Al di là del roll-out tecnico (le nuove piattaforme IP necessitano sempre di diversi mesi per superare gli inevitabili problemi di fruizione che si verificano in sede di accesso massivo), la scommessa è quella di intercettare un numero sufficiente di utenti per stimolare gli investitori pubblicitari. Ma – si sa – per attirare utenza non basta la promessa di un’offerta gratuita. Occorre che essa sia veramente appetibile.
A movie
Prova ne è stata lo scarso appeal dei B movie 4.0 di Amazon Prime Video: solo quando la piattaforma di Bezos ha integrato contenuti di rilievo ha, infatti, registrato il balzo atteso. Ma nel frattempo il superimprenditore aveva già cambiato (o ampliato) il modello di business.
La piattaforma delle piattaforme
Il nuovo obiettivo è quello di diventare un aggregatore degli aggregatori. Una piattaforma di SVOD che integra altre piattaforma di SVOD. Sulla scorta di una semplice constatazione: il telespettatore non vuol navigare con tasti diversi, ma trovare tutto a portata di mano. Tutto il resto, infatti, è noia. (M.L. per NL)