A margine della presentazione dei risultati estremamente positivi di NewsCorp nei primi sei mesi dell’anno fiscale in corso, e sull’onda del clamore suscitato dalla nascita di Daily, il primo quotidiano esclusivamente digitale per Ipad, Rupert Murdoch torna a parlare di Sky Italia, ma lo slogan sa di dejà-vu: obiettivo, raggiungere per giugno i 5 milioni di abbonati.
Ai più informati non potrà infatti sfuggire che, da almeno un paio d’anni, la parola d’ordine è sempre la stessa: la soglia dei cinque milioni da psicologica rischia di diventare… fisiologica. La crescita è stata costante fino alla fine del 2008, poi sono cominciati gli alti e bassi provocati da crisi, aumento dell’IVA e concorrenza del digitale terrestre. E più che nello spazio, dove Sky continua ad essere monopolista, è proprio sulla terra che, secondo gli analisti, si giocheranno i destini della pay TV. Mentre infatti il mercato satellitare sembra essere discretamente saturo, la transizione sempre più veloce e pervasiva alla televisione digitale terrestre sta aprendo nuovi spazi di competizione che Sky non può permettersi di snobbare. Il problema sono le note barriere all’ingresso: non tanto le limitazioni imposte dalla UE circa il divieto di fare TV a pagamento sul DTT fino al 2015, quanto l’eterna attesa del famoso (per alcuni famigerato) beauty contest che permetterebbe alla corazzata di Murdoch di avere un multiplex tutto suo e di cominciare quindi a fare sul serio sulla nuova piattaforma, senza essere costretti a prendere passaggi dagli altri (vedi Cielo sui multiplex del gruppo L’Espresso). Di quanto possa essere decisivo l’evento in termini di sconvolgimento degli attuali equilibri sono coscienti tutti i soggetti interessati, tanto che per alcuni pare preferibile non aggiudicarsi i nuovi canali (del resto già largamente occupati in fase di “sperimentazione”) piuttosto che permettere l’ingresso dello Squalo nell’arena In questa situazione anche la perdita di qualche mese nell’ingresso sul mercato può rappresentare un grosso svantaggio competitivo. Aspettando quindi di fare il suo ingresso nel vero campo di battaglia, Sky cerca altre vie: l’accordo con Fastweb per realizzare un’offerta integrata internet-TV ricalca ciò che BSkyB, altra controllata di NewsCorp, sta offrendo già da tempo in Gran Bretagna. Un mezzo salto nel buio, considerata la situazione non esaltante della larga banda italiana e le confuse prospettive di sviluppo del settore. Ma il gruppo di Murdoch ha grandi capacità di investimento, e potrebbe riuscire a presidiare un settore verso il quale i soggetti del duopolio televisivo italiano, ancora strategicamente legati al broadcasting tradizionale, non hanno finora dimostrato particolare interesse. Vedremo se sarà sufficiente per permettere a Sky Italia di scongiurare nel prossimo futuro la “maledizione dei cinque milioni”… (E.D. per NL)