Tv, lo spettatore digitale va in regia

Corsera: “Addio all’analogico, cambia il consumo. Da aprile spariranno i vecchi televisori. E’ cominciata senza intoppi la rivoluzione della televisione in Italia”


(Corriere della Sera) – Il passaggio dalla trasmissione analogica a quella digitale è diventato realtà in Sardegna, prima tappa del cosiddetto switch off, cioè lo spegnimento del segnale analogico — il modo in cui i canali entrano in casa nostra da quando è nata la Tv — e il passaggio all’era digitale. Dal primo novembre sull’isola si sono spenti i ripetitori della vecchia tecnologia e tutte le televisioni trasmettono soltanto in quella nuova, più moderna ed efficiente. Oltre 640 mila famiglie sono entrate definitivamente nell’ambiente televisivo all digital, tutto digitale.
Il calendario dello «switch off»
Lo switch off è previsto da una normativa europea e deve avvenire in tutti i Paesi dell’Unione entro il 12 dicembre 2012. La rivoluzione della Tv è destinata a toccare tutta l’Italia, secondo un calendario prefissato. La prossima regione a spegnersi sarà a metà maggio del 2009 la Valle d’Aosta, poi sarà il turno del Piemonte occidentale a partire dal 13 luglio. Le province di Trento e Bolzano si spegneranno completamente il 15 ottobre. A seguire, sempre l’anno prossimo, Lazio e Campania, il Piemonte orientale e la Lombardia (primo semestre 2010), l’Emilia Romagna, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e la Liguria (secondo semestre 2010), fino al traguardo del 70% della popolazione italiana digitalizzata nel 2010. Una data che potrebbe essere anticipata: «Se tutto andrà bene — spiega Paolo Romani, sottosegretario del ministero dello Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni — nulla toglie che si possa anticipare la transizione alla nuova tecnologia anche per l’altro 30% della popolazione».
Ma perché si cambia? Perché la nuova tecnologia è più efficiente. Il digitale è una tendenza comune a tutti gli apparecchi elettronici: computer, telefoni cellulari, cd. Soltanto la televisione è ferma alla tecnologia analogica. Grazie alla Tv digitale terrestre — in sigla Dtt ( digital terrestrian television) — si può vedere una maggiore quantità di programmi disponibili, perché sulla medesima frequenza possono viaggiare cinque canali e non soltanto uno. Tutti i sardi sono passati da un’offerta televisiva analogica di 26 canali (10 nazionali e 16 locali) a una nuova offerta digitale gratuita di 59 canali (29 nazionali e 30 locali). La qualità dell’immagine e del suono è migliore. Si hanno poi più possibilità di utilizzo: è possibile vedere sia la versione in lingua originale di un film sia quella doppiata con sottotitoli in diverse lingue e, attraverso un canale di ritorno (come una linea telefonica), si può interagire con la trasmissione.
La tecnologia cambia, l’apparecchio televisivo no. Per ricevere il segnale digitale e quindi poter ancora guardare la Tv dopo lo spegnimento del segnale analogico serve soltanto avere il decoder o set top box, un’apparecchiatura da collegare al televisore. Non bisogna installare alcuna parabola, bastano le antenne tradizionali con cui abbiamo sempre ricevuto le Tv nazionali e le Tv locali. Per comperare il decoder (soltanto il modello interattivo), il governo dà un incentivo pari a 50 euro destinato alle famiglie che hanno un reddito annuo inferiore ai 15 mila euro e sono in regola con il pagamento del canone. Da alcuni mesi esistono anche televisori con sintonizzatore digitale integrato, che funzionano senza decoder. Una legge dello Stato impone dal prossimo aprile 2009 la vendita in Italia esclusivamente di televisori con sintonizzatore digitale integrato.
Il mercato che cambia
Oltre a moltiplicare l’offerta, il passaggio al digitale crea anche la possibilità per l’ingresso di nuovi operatori nel mercato: si liberano nuove frequenze e su una frequenza digitale passano cinque canali. In Sardegna, si è creato un dividendo digitale di due frequenze, che saranno assegnate in futuro secondo un bando di gara studiato in accordo tra il ministero e l’Autorità garante per le Comunicazioni. Secondo Paolo Romani, il sistema radiotelevisivo italiano si aprirà, mettendo fine al duopolio Rai-Mediaset: «La televisione italiana, dopo una sorta di guerra dei trent’anni sul livello di pluralismo e del numero dei soggetti operanti, intraprende una nuova strada». Ma non tutti sono d’accordo. Secondo l’associazione Altroconsumo «nel passaggio dall’analogico al digitale saranno privilegiati i soggetti in posizione già dominante. Il duopolio si riprodurrà anche nel nuovo contesto e si ripeteranno gli effetti distorsivi e anticoncorrenziali che impediranno a nuovi soggetti di intervenire, sia sul mercato televisivo che su quello, nuovo, dei servizi a valore aggiunto possibili con le frequenze digitali». Altroconsumo ha presentato un esposto alla direzione generale della Concorrenza della Commissione europea per chiedere un intervento sulla questione. Il commissario Neelie Kroes ha fatto sapere che l’assegnazione delle frequenze digitali dovrà avvenire in base a un sistema «equilibrato e trasparente », altrimenti la Commissione europea andrà avanti con la procedura d’infrazione già aperta fin dal luglio 2006 sulla legge Gasparri.

Fausta Chiesa

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