L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni non ha ancora concluso il procedimento per l’aggiornamento del Piano LCN e delle relative modalità di attribuzione dei numeri automatici del telecomando. Istruttoria avviata con la Delibera N. 456/19/CONS del 3 dicembre 2019, con 180 giorni di tempo per la conclusione. Nè, peraltro, il Ministero dello Sviluppo Economico ha, per parte propria, pubblicato i bandi per la determinazione delle graduatorie areali dei fornitori di servizi di media audiovisivi (FSMA) che avranno diritto ad essere trasportati sui nuovi mux a seguito dello switch off del 2021/2022. Avvicendamento tecnologico per il quale sono stati del resto pubblicati solo i bandi per l’attribuzione dei nuovi diritti d’uso per la Lombardia, il Piemonte, la Valle d’Aosta, il Trentino Alto Adige, l’Emilia Romagna, il Veneto ed il Friuli Venezia Giulia.
Interregno & incertezza
In questa fase di interregno e di incertezza normativa, regolamentare e tecnologica (per esempio non è chiara la tempistica del passaggio dal formato H264 a quello H265/HEVC) gli operatori si chiedono se siano da considerare come empirici i valori economici riconosciuti ad alcuni dei più importanti asset televisivi, quali le autorizzazioni FSMA con associati LCN locali (sui nazionali la perplessità riguarda semmai la disponibilità di banda ed i relativi costi di trasporto sui nuovi mux).
Modifica inopportuna
Il punto è che – a prescindere da quando lo farà – ove Agcom concludesse l’istruttoria per una revisione del Piano LCN, si introdurrebbero ulteriori incertezze in una fase già estremamente critica per il comparto televisivo.
A parte le conseguenze economiche della gravissima crisi da Covid-19, le emittenti, tra revoche dei diritti d’uso per il refarming della banda 700 MHz, l’assegnazione dei nuovi mux T2 ad operatori diversi su un numero di frequenze inferiore per trasportare un relativamente ridotto (rispetto all’attuale) numero di FSMA, una revisione del Piano LCN rischierebbero l’annientamento.
Confermare l’esistente Piano LCN
E’ quindi certamente auspicabile che Agcom concluda la propria ricognizione soprassedendo su modifiche che danneggerebbero i fornitori di servizi di media audiovisivi e confonderebbero gli utenti, che ormai hanno consolidato la conoscenza dell’esistente Piano LCN. Limitando magari l’intervento a quei casi incompatibili con il nuovo assetto tecnico, come per esempio gli LCN infraregionali caratterizzati da impiego plurimo all’interno della stessa Area tecnica.
Trading
Ma, come detto, il coacervo di fattori di poca chiarezza sta incidendo sui normali processi di avvicendamento editoriale sui logical channel number, dopo un lungo periodo in cui il relativo trading era risultato decisamente florido.
LCN a rischio?
Gli operatori si chiedono, in definitiva, se le valorizzazioni a bilancio degli asset costituiti da FSMA ed associati LCN non siano effimere.
“Certamente l’incertezza normativa e regolamentare, unitamente ad una scarsa chiarezza su aspetti tecnologici essenziali, non aiuta il trading e non preserva la serenità decisionale di cui ciascun editore dovrebbe godere”, osserva Stefano Cionini, avvocato partner di Consultmedia, struttura di competenze a più livelli (appartenente allo stesso gruppo societario che edita questo periodico) che da 10 anni ha affinato il principale metodo di valutazione economica degli asset FSMA/LCN recepito anche dall’Agenzia delle entrate per gli accertamenti sul valore degli atti di compravendita di beni immateriali e rami aziendali.
Alla ricerca della capacità trasmissiva perduta
“Mi sento tuttavia ottimista sulla preservazione degli attuali valori degli LCN locali per alcune considerazioni oggettive. Anzitutto, con i formati H264 prima e H265 poi, la minore capacità trasmissiva determinata da meno frequenze disponibili per i mux DTT sarà in buona parte recuperata”, sottolinea l’avvocato Cionini.
Simulazioni
“Inoltre, da alcune nostre simulazioni, salvo alcune aree tecniche italiane critiche per la presenza di un solo diritto d’uso di primo livello (come Veneto e Puglia), la quasi totalità dell’esistente sostanziale (cioè i marchi/palinsesti effettivamente in onda al netto dei doppioni) non dovrebbe avere problemi a sopravvivere allo switch-off”.
FTTH broadcast
“Ma, soprattutto, la valorizzazione degli LCN potrebbe addirittura uscire rafforzata ove, come appare probabile, attraverso l’utilizzo di soluzioni FTTH broadcast gli stessi numeri possano essere utilizzati per veicolare in IP (cioè sulle smart tv) i contenuti attuali della tv DTT attraverso soluzioni di geoblocking (il medesimo LCN assegnato in Lombardia potrà essere sfruttato da un FSMA diverso in Piemonte e in Veneto, oltretutto con l’azzeramento delle attuali criticità di confine). In un contesto di questo tipo, gran parte delle preoccupazioni potrebbero essere fortemente ridotte, anche in considerazione del fatto che nel 2022 il 90% dei tv presenti nelle case sarà smart, cioè IP ready. Soccorrerà peraltro l’affermazione della HBBTV, ideale ponte tra il DTT e l’IP per favorire l’affermazione della tv veicolata attraverso la rete“, conclude Cionini. (E.G. per NL)