La web tv in Italia è cresciuta ed è diventata matura. Con 590 esperienze di televisione digitale realizzata dal basso, il settore rappresenta ormai un grosso segmento di cittadinanza attiva e in alcuni casi comincia a saper fare impresa e a realizzare profitti.
Lo segnala Francesca De Benedetti in un ampio articolo sul sito dell’Osservatorio europeo di giornalismo, citando in particolare i dati del settimo rapporto Netizen, realizzato dall’Osservatorio Altratv. A livello numerico in testa sono Lazio (102 tv), Lombardia (85), Puglia (63) e Emilia-Romagna (53). Il Rapporto, spiega De Benedetti, fotografa il passaggio dall’adolescenza alla maturità della tv web in Italia. Diminuisce il tasso di crescita (nel 2010 le tv web erano 533 con crescita annua del 52%, nel 2011 sono 590 con un incremento annuo dell’11%). Aumentano però la sostenibilità e la capacità imprenditoriale. Nonostante il calo dei finanziamenti legati alla pubblica amministrazione, attestati al 12%, cresce in modo considerevole la sinergia con piccole e medie imprese del territorio. La web tv nel 2011 viene aggiornata con costanza, è dotata di apparecchiature professionali, ha uno staff più ampio e maturo. Soprattutto, gioca la carta vincente delle nuove tecnologie: social network, device mobili, piattaforme di videosharing. La parola chiave rimane comunque il territorio, come sottolinea in una intervista all’Ejo Giampaolo Colletti, fondatore di Altratv e coordinatore della ricerca Netizen. Non a caso, spiega Colletti, l’esperienza di Teletorre 19 ‘’rimane paradigmatica: è una web tv legata alla comunità. Nata in un quartiere ‘difficile’ di Bologna e fondata da un pensionato, Teletorre ha fatto scuola e ha creato comunità. Il rapporto Netizen 2012 ci racconta che Lazio, Lombardia e Puglia hanno la più alta densità di web tv: rispettivamente 102, 85 e 63. In Emilia-Romagna ne contiamo 53, ma si tratta probabilmente della regione più virtuosa, perché qui si realizzano alcune condizioni importanti: la continua ricerca di idee innovative, l’ampio tessuto di cittadinanza attiva digitale, una sinergia virtuosa con il territorio e anche con i privati dal punto di vista economico”. (www.lsdi.it)