Cresce l’attenzione sullo sviluppo delle applicazioni per le televisioni, ma la tv tradizionale potrebbe essere in grado di ritagliarsi un posto in questo canale di diffusione.
“Il futuro della tv è nelle applicazioni” così si pronuncia Tim Cook, ceo di Apple, riguardo alle sorti del piccolo schermo, esprimendo quello che è il principio che sta alla base della nuova Apple TV. Infatti, il nuovo set top box della compagnia di Cupertino, utilizza proprio come una smart tv un sistema operativo proprietario (tvOs) fornito di uno store sul quale sono disponibili una serie di applicazioni di vario tipo: si spazia dai giochi all’accesso a servizi di streaming online. Già un anno fa Reed Hastings, il ceo del noto servizio di streaming on demand Netflix, sosteneva che “la tv tradizionale dovrebbe durare fino al 2030” per poi lasciare spazio ad una televisione “di app e non di network”. Negli Usa la sua compagnia è già riuscita a mettere in seria difficoltà le pay tv da tempo basandosi sull’idea di visualizzazione on demand e anche in mobilità. Proprio in virtù di questo, Hastings sostiene che presto, la trasmissione televisiva che conosciamo, basata su orari e palinsesti, sparirà del tutto. Anche la Disney si è recentemente adeguata a questa possibilità, offrendo un servizio di streaming via applicazione chiamato DisneyLife e che comprenderà comprenderà film, libri, serie Tv e musica in un solo abbonamento e tutto sempre on demand. Tuttavia, bisogna segnalare come l’arrivo delle applicazioni nelle nostre tv, anche se al posto dei network, non è detto che segni la fine della tradizionale concezione del piccolo schermo. Prendendo come esempio lo store disponibile per la già citata Apple tv, si può notare come esistano effettivamente alcune applicazioni di emittenti tradizionali, che offrono il medesimo servizio offerto attraverso il normale network, un po’ come avviene già per smartphone e tablet oltre che con i servizi di streaming live offerti dai vari broadcaster. Da questo punto di vista, risulta interessante il caso delle emittenti locali. Chi oggi trasmette solo in una determinata area del paese, infatti, potrebbe potenzialmente sfruttare il sistema delle applicazioni per varcare addirittura i confini nazionali, cosa già fatta da emittenti americane come Fox 25, dedicata alla sola città di Boston ma che può essere vista anche nel nostro paese grazie all’app dedicata. Insomma, il panorama è ancora troppo acerbo per lasciarsi sfuggire dei pronostici troppo precisi, ma certo è che, se questo metodo di fruizione dei contenuti dovesse affermarsi, potrebbe finire per non allontanarsi troppo da quello che la tv è oggi ma limitarsi ad aggiungervi nuove potenzialità. (E.V. per NL)