ERNESTO ASSANTE
La vecchia tv è pronta ad andare in pensione. Lo dicevano già nel 2005 i responsabili della Bbc, lo anticipava Wired, lo confermava Newsweek. Circondata dai canali tematici, assediata dalla pay per view, inseguita dai cellulari, scardinata da Internet, la vecchia tv generalista sembrava destinata ad un irreversibile declino. Quel declino, in realtà c’è stato davvero, i numeri parlano di un costante, irrefrenabile calo del pubblico televisivo tradizionale, ma non è stato così rapido come ci si aspettava. Proprio perché la tv “vecchio stampo” ha imparato a convivere con tute le altre televisioni che la circondano. La nuova stagione che sta iniziando non vede più, comunque, la centralità della tv analogica, il telespettatore può scegliere tra una quantità di proposte televisive differenti, tra strumenti, abbonamenti, tecnologie tra loro molto diverse, ognuna con il suo specifico contenuto. A dominare la scena è un tipo di “spettatore” del tutto nuovo, in grado di selezionare, in un mix originale e personale, molte fonti diverse, creando un proprio palinsesto fatto non solo di televisione ma di una serie di frammenti e di programmi tra loro anche molto diversi.
L’intrattenimento non è più lineare, gli show vengono pensati in una prospettiva diversa, con un ciclo di vita più lungo, che passa dalla tv al computer, dal videogioco al telefono, instaurando un nuovo tipo di partnership creativa con il pubblico. La parola magica, per molto tempo, è stata “convergenza”. Oggi si usa di meno, ma la convergenza è in atto, anche se assume molte forme diverse. Oggi, tanto per riassumere, la tv arriva nelle nostre case attraverso la tv analogica, quella digitale terrestre (Rai, Mediaset, La 7), quella satellitare digitale con Sky, quella satellitare in alta definizione sempre attraverso Sky, quella via cavo con Fastweb, quella attraverso Internet (iptv) con Telecom, Fastweb, Tiscali, Infostrada, quella attraverso il Web (sia con i siti di social networking come YouTube e i suoi molti cloni, o MySpace, che con le nuove tv peer to peer come Babelgum e Joost), quella attraverso i telefoni cellulari (con le offerte di 3, Tim e Vodafone).
La tv analogica è ancora saldamente al comando degli ascolti, le nove reti nazionali e la galassia delle tv locali dominano gli ascolti, ma con una programmazione dalla quale sono sempre meno presenti il cinema in prima serata, lo sport in diretta e la musica. Questi contenuti sono migrati verso altre piattaforme, quella satellitare e quella del digitale terrestre, che hanno costruito la loro offerta proprio sulla ricchezza di proposte sportive, cinematografiche e musicali. Chi è disposto a pagare un abbonamento vuole vedere cose che altrimenti non è possibile vedere, così le esclusive e le anteprime si sono moltiplicate sulle due piattaforme. Il calcio, i concerti, i film di prima visione, arrivano nelle nostre case essenzialmente in due modi, attraverso gli abbonamenti, offerti dai diversi operatori satellitari e digitali terrestri, oppure, ed è questa la novità più rilevante degli ultimi anni, on demand, a richiesta.
Quella on demand è una televisione senza palinsesto, nella quale gli orari di trasmissione non hanno più senso, per la quale io posso decidere di vedere quello che mi interessa quando voglio io. Televisione su misura, “mia tv” si potrebbe dire, che consente di selezionare i contenuti non sulla base di un gusto medio “generalista” ma solo sullo specifico del singolo utente. Non più programmi con orari determinati che scandiscono lo svolgimento della giornata ma un “puzzle” che l’utente compone da se. In questo spazio si sono affermate soprattutto le tv che arrivano via Internet, dalla Telecom con Yalp!, che mette insieme canali televisivi tradizionali e repertorio a richiesta, così come le web tv totalmente gratuite, da YouTube a Coolstreaming, fino a Rai e Mediaset che offrono film e serial in download, da scaricare e vedere a nostro piacimento. E poi c’è la tv in alta definizione, la vera novità della stagione, che sta muovendo i suoi primi passi ma che dovrebbe in breve trovare un pubblico numeroso, vista la diffusione dei televisori HD e dei dvd Blu Ray, un futuro di alta tecnologia che potrebbe cambiare nuovamente tutte le carte in tavola.