Quanto tali tagli riguardano o riguarderanno il settore dell’informazione? La preoccupazione è molta. Agosto si è chiuso con due giorni di protesta dei giornalisti de La7. Il 30 e il 31 del mese, in occasione della prima giornata del campionato di calcio di serie A, sul digitale terrestre di La7 Cartapiù le partite sono andate in onda “mute”, senza le telecronache né i commenti dei giornalisti. Il comitato di redazione del canale ha messo in atto questo sciopero per lamentare i “tagli del personale giornalistico, alla redazione sportiva, alla vigilia dell’inizio del campionato di calcio e mentre l’azienda annuncia l’acquisto dei diritti per il digitale terrestre anche per la serie B”.
In particolare, non è stato rinnovato il contratto a tre giornalisti assunti a tempo determinato, che lavoravano da più di tre anni a La7 Sport, per il telegiornale quotidiano e per il settimanale di approfondimento “Victory”. La rete, inoltre, ha rinviato l’acquisto dei diritti di archivio di serie A, “fondamentali – come si legge nella nota del comitato di redazione – per offrire al telespettatore un servizio completo”. Da un punto di vista più generale, poi, il comitato di redazione evidenzia “tagli indiscriminati, in assenza di un piano industriale ed editoriale e nella più totale confusione”. La situazione si mostra particolarmente grave se si aggiungono anche altri segnali di crisi, come evidenziati su “L’Opinione.it” in un contributo a firma di Afra Fanizzi. Alcuni volti noti si sono allontanati dalla rete, come Daria Bignardi e Piero Chiambretti, anche se l’autunno vedrà l’arrivo di Lilli Gruber e Federico Guiglia alla conduzione di “Otto e Mezzo”, storico programma di Giuliano Ferrara. Durante l’estate si è cercato di attuare dei tagli anche sui tre corrispondenti da New York, Londra e Gerusalemme iniziativa poi rientrata grazie all’opposizione del comitato di redazione.
C.C.