Dopo aver lanciato a fine 2017 il nuovo ambiente SkyQ, il colosso della tv satellitare si prepara ad elaborare una strategia di mercato che permetta di sfruttare al meglio tutte le potenzialità del decoder sul web.
La novità più rilevante consiste, infatti, nell’apertura da parte di Sky alle app di editori terzi: prime fra tutte quelle di Spotify e di DAZN. Entro fine ottobre, infatti, in Italia sarà possibile usufruire del player musicale tramite SkyQ e, attraverso il moderno ecosistema, gli abbonati potranno accedere anche alle esclusive sportive del Gruppo Perform.
In primavera arriverà poi anche Netflix ed attraverso l’abbonamento mensile alla piattaforma di Reed Hastings saranno disponibili direttamente dal decoder di Sky i contenuti originali e non.
Una semplice riflessione smorza però l’entusiasmo: questa funzione potrebbe risultare piuttosto inutile, dato che le Smart Tv e la maggior parte dei moderni lettori dvd e blu-ray permettono già di passare da un servizio SVOD ad un altro, semplicemente toccando un tasto del telecomando.
Non bisogna poi dimenticare che, tra poche settimane, la società gestita da Andrea Zappia potrebbe acquisire la piattaforma tecnologica Mediaset Premium.
Il Biscione, infatti, si sarebbe dimostrato intenzionato a cedere il ramo d’azienda per tornare ad occuparsi prevalentemente dei canali in chiaro.
Evidenza della tregua stipulata tra i due competitor è il ritorno di Canale 5 sul 105 di Sky, nonché quello di Rete 4 e Italia 1, rispettivamente sul 104 e sul 106, dopo che Rai 4 non si è visto rinnovare il contratto e resterà perciò visibile solo su TvSat.
L’ultimo fronte sul quale Sky si muove è quello del rinnovo dell’accordo con i canali Discovery per i documentari e lo sport, sul quale si è riusciti a trovare un’intesa di massima.
Insomma, l’offerta sul satellite si fa sempre più ricca e variegata e se l’implementazione delle app su SkyQ dovesse funzionare, la società australiana rafforzerebbe ulteriormente la propria posizione sul mercato. (P.G. per NL)