Come aveva anticipato NL (che sul tema insiste da oltre un anno), al convegno “HDFI Innovation Day 2022”, organizzato da HD Forum Italia (HDFI), l’organismo di filiera che riunisce ventisei aziende leader nel settore del broadcasting, dell’audiovisivo e delle telecomunicazioni, tenutosi a Roma nei giorni scorsi, si è parlato di DVB-I. Riscontrando, come ampiamente previsto, un grande interesse della platea. Tanto più che dello standard che consente di coniugare le abitudini del DTT (lista LCN) con le opportunità dell’IP, è stata effettuata una dimostrazione, annunciando una prossima sperimentazione, da parte di Mediaset, dalla primavera 2023 (forse ad aprile), interessando i quattro canali generalisti del gruppo: Canale 5, Rete 4, Italia 1, 20.
Arco LCN 500 al DVB-I
Per farlo potrebbero essere utilizzati i logical channel number disimpegnati con la soppressione dei contenuti SD/Mpeg2, che vanificheranno l’attuale destinazione dei canali 501-599, riservati ai formati HD (tutti i canali saranno tali da fine dicembre 2022). Sul punto, quindi, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni dovrà aggiornare il Piano LCN ex Del 116/21/CONS.
Il DVB-I non è la HBBTV
In verità, su cosa sia il DVB-I c’è ancora estrema ignoranza, soprattutto per il fatto che esso viene confuso con la Hybrid Broadcast Broadband Tv, cioè la HBBTV. In realtà, i due standard hanno in comune solo la veicolazione finale su IP, ma per il resto sono completamente diversi.
Gate IP
La HBBTV, per funzionare, necessita infatti di un gate sul DTT, da cui accedere al contenuto streaming. Il DVB-I, invece, è totalmente indipendente dal digitale televisivo terrestre, in quanto viene riconosciuto dal tv/decoder, come un prodotto nativo IP e sottoposto in lista all’utente come tale. Anche se probabilmente la lista sarà unica ed auspicabilmente con LCN univoci, cioè non sovrapponibili per piattaforma.
Vantaggi del DVB-I
I vantaggi del DVB-I, è stato spiegato al convegno, sono la sua bassissima latenza, che addirittura è inferiore a quella del DTT – al punto che per sincronizzarlo con quest’ultimo (in realtà, avvicinarlo a livello temporale, visto che la concidenza è, allo stato, impossibile) il primo va ritardato di circa 3 secondi – e la qualità delle immagini, che possono raggiungere il massimo possibile (compatibilmente con la connessione disponibile).
Back-up
Tra l’altro, previa adozione di apposita funzione da parte dei produttori di tv/decoder, il DVB-I può essere un ottimo back-up del DTT (e viceversa), ovviamente nell’area di servizio coincidente tra le due piattaforme.
Svantaggio del DVB-I
Il problema è che la quasi totalità dei nuovi tv è HBBTV ready, ma nessuno è in grado di ricevere il DVB-I.
Ma Mediaset è fiduciosa che il DVB-I (e non la HBBTV) sia il futuro della tv. Tanto che ha già avviato joint venture con LG, Sony, Philips e Vestel affinché i nuovi tv commercializzati dal 2023 siano compatibili con il DVB-I.
Scommesse
Di diverso avviso altri operatori (come RAI), che ritengono, invece, la HBBTV più funzionale allo stato del mercato. Previa adozione, anche in questo caso, di LCN per l’accesso diretto (cd. jump). (E.G. per NL)