Il settore televisivo giace vittima dell’erosione dell’audience. Abbiamo già ampiamente parlato nelle nostre pagine a proposito della crisi che ha colpito il medium tradizionale e, stando anche all’ultimo osservatorio Agcom n. 1/2023 relativo all’ultimo trimestre 2022, non c’è dubbio che la televisione abbia ancora molto da lavorare per sperare in una ripresa.
Osservatorio Agcom n. 1/2023 su dati audience
L’elaborato di Agcom sulla base dei dati Auditel, ha infatti messo in luce – tra l’altro – l’andamento del comparto tv nel corso del quinquennio 2018/2022. Un lasso temporale lungo, quello preso in esame, dove tutti i maggiori gruppi televisivi in linea generale sono stati interessati da un andamento in negativo.
I grandi gruppi tv in rosso
Come evidenzia l’immagine sotto riportata, RAI, Mediaset e gli altri gruppi noti come Discovery, Cairo Communication e Sky, hanno tutti subito un calo dell’audience, sia in prime time (ad eccezione di Discovery che ha registrato un aumento da 1,30 mln nel 2018 a 1,33 mln nel 2022, con una variazione del +2%), che nell’intero giorno.
Sulla stessa scia anche i gruppi minori: -48,6% di audience
Ovviamente anche i gruppi televisivi minori hanno assistito ad una progressiva riduzione degli ascolti. Tra il 2018 ed il 2022 il loro peso sugli ascolti complessivi nella fascia oraria prime time è sceso dal 7,4 al 4,4% (registrando una variazione del -48,6% in termini di spettatori medi giornalieri) e dal 9,2% al 5,7% nel “giorno medio” (-44,5% di spettatori media giornalieri).
Covid: breve parentesi positiva per la tv
Nel quinquennio considerato (dove il medium ha subito un calo del 13% nella fascia prime time e dell’11,2% nell’intero giorno) la freccetta in giù si arresta e torna a risalire solo nel 2020, anno in cui, in concomitanza con il periodo emergenziale dovuto al Covid, la tv ha beneficiato di un incremento dell’audience (+ 7,9 in prime time e +9,6% nell’intero giorno).
Una parentesi eccezionale, però, perché la tv in seguito non è più riuscita a trattenere tali ascolti.
Erosione audience: è tutta colpa degli OTT?
Sicuramente parte della colpa dell’erosione dell’audience va attribuita agli Over The Top.
Negli anni gli OTT hanno mangiato a poco a poco una grossa fetta del mercato. Anche se ora, essendo in troppi, gli stessi Netflix, Prime Video, Disney+, Discovery+, Paramount+ & Co. non mostrano più numeri esaltanti di crescita.
Strategie da rivedere
Con conseguente necessità di rivedere le proprie strategie di business.
Sì, ma la vera vittima è la pay tv
Tuttavia, la vera vittima degli OTT non è l’offerta lineare gratuita, bensì la pay tv.
La tutela della tv generalista in chiaro
Anche perché a tutela del sistema tv lineare e gratuito ci ha pensato l’Agcom con la delibera 14/23/CONS in materia di prominence dei servizi di media audiovisivi e radiofonici di interesse generale e di accessibilità del sistema di numerazione automatica dei canali DTT, in corso di consultazione.
Siddi: garantire la centralità dell’offerta gratuita sui televisori di nuova generazione
Come lo stesso presidente dell’Associazione Confindustria Radio Televisioni, Franco Siddi, ha dichiarato in un’intervista su Italia Oggi “I canali tv gratuiti e di interesse generale devono continuare a essere rilevanti sui telecomandi e sulle interfacce di accesso ai contenuti tv, per garantire la centralità dell’offerta gratuita sui televisori di nuova generazione (e contrastare l’insediamento degli OTT, ndr)”.
Maurizio Giunco
Tema su cui si è espresso anche Maurizio Giunco, presidente dall’Associazione Tv Locali in seno a CRTV, in una nostra intervista del 09/05/2023.
Il silenzio dell’UE
“Purtroppo l’Europa si sta dimostrando deludente: non è ancora arrivata la convalida UE sulla delibera Agcom che ha stabilito le linee guida in materia di prominence”, continua Siddi.
Sky
A proposito di pay tv, avevamo parlato recentemente di Sky. Nonostante le forti criticità, l’azionista Comcast sembra essere intenzionato a proseguire negli investimenti in Sky Italia.
Comcast ha fiducia nella filiale italiana
I ricavi, infatti, sono previsti in crescita nei prossimi anni. A reggere alto l’appeal della filiale italiana ci sono, ad esempio, il servizio SkyWiFi (che ha raggiunto circa 100 mln di euro nel 2022) e la smart tv di ultima generazione Sky Glass.
Altri progetti per rafforzare l’offerta
Inoltre, per rafforzare maggiormente l’offerta, sono previsti il servizio Sky stream (un box in grado di trasferire a tutte le smart tv le funzionalità di Sky Glass), nonché operazioni in ambito assicurativo e di sistemi di sicurezza per la casa, su cui l’azienda sta lavorando.
Sky UK
Nella filiale d’oltremanica, invece, è in corso una riorganizzazione volta, in definitiva, ad eliminare il satellite in favore della distribuzione della programmazione su rete internet.
Taglio dei dipendenti
Ovviamente, in conseguenza di tale riassetto, verranno coinvolti i dipendenti. Come riferito da Italia Oggi, circa 200 lavoratori impiegati nella sede britannica potrebbero perdere il posto, o, auspicabilmente, venire ricollocati nel nuovo organico con una nuova mansione.
Situazione instabile per Sky Deutschland
Ma la situazione più critica la sta attraversano la filiale tedesca, che probabilmente sarà venduta da Comcast al gruppo televisivo tedesco Prosiebensat. (G.S. per NL)