Tv. Il Ministero “trova” nuove frequenze assegnabili

Per la prima volta si profila un’ipotesi di soluzione per il caso Europa 7, una vicenda che si trascina tra accuse e polemiche da ormai nove anni


Comunicato MSE-Com

Il Ministero dello Sviluppo Economico – Comunicazioni, ribadendo, anche sulla base di numerose sentenze, l’impossibilità di procedere all’assegnazione di frequenze analogiche già pianificate, ha invece individuato una serie di nuove frequenze disponibili, organizzabili e strutturabili in una rete di trasmissione a livello nazionale, potenzialmente assegnabile, qualora venissero rispettati determinati requisiti previsti per gli attuali operatori, all’emittente in questione. Il Ministero è arrivato a tale determinazione tenendo conto dell’evoluzione degli assetti tecnologici del settore nonché del relativo quadro operativo e normativo conseguente alla transizione al digitale in corso nei diversi Paesi Europei. Lo afferma una nota del Ministero.
Base di partenza per l’individuazione di tali risorse frequenziali – continua la nota – è stata la Conferenza internazionale di Ginevra del giugno del 2006 che ha definitivamente introdotto per la radiodiffusione televisiva l’obbligo della canalizzazione europea.
Su tali basi, effettuando una ricanalizzazione della banda III in VHF in Italia è possibile disporre – si afferma ancora – di nuove risorse frequenziali compatibili con una rete a copertura nazionale; una ricanalizzazione, è bene sottolineare, obbligatoria e comunque già operante man mano che si digitalizzando le aree tecniche secondo il programma fissato dal decreto ministeriale del 10 settembre scorso recante il calendario dello switch off digitale per aree tecniche.
In tal senso è già stata predisposta la modifica del piano nazionale di ripartizione delle frequenze, sottoposta alla firma del Ministro in forma di decreto ministeriale, prevedendo le fasi per il passaggio dalla canalizzazione italiana a quella europea. In particolare si è acquisito in proposito anche il parere favorevole dell’Autorità e sono in fase di definizione con la RAI le modalità tecnico operative di tale operazione.
Le nuove risorse frequenziali – precisa – si pongono quindi in diretta correlazione con le risultanze della Conferenza internazionale di Ginevra del 2006, per la cui attuazione, dopo oltre 2 anni, questa amministrazione ha iniziato ad attivarsi nel giugno del 2008.
Il Ministero, anche in attuazione della citata recente evoluzione normativa e della sentenza del Consiglio di Stato n. 2624/08, si è posto nella prospettiva di attribuire tali risorse all’emittente Europa 7 (con la quale ha peraltro in corso un procedimento aperto dal 4 agosto 2008 al fine di dare esecuzione alla sentenza del Consiglio di Stato citata) al fine di soddisfare l’interesse da questa vantato, tenendo peraltro conto della necessità di contemperare tale interesse con gli interessi generali rilevanti (in primis la razionale ed efficiente allocazione delle risorse frequenziali e la disciplina, progressivamente formatasi, per la transizione alla tecnologia digitale).
Al tempo stesso, tuttavia, le stesse disposizioni del diritto interno dovranno essere applicate, in ossequio al diritto comunitario, in modo che si escluda qualsiasi discriminazione a favore di Europa 7 e in danno degli altri operatori per quanto riguarda le modalità di accesso allo spettro radioelettrico e gli adempimenti a tal fine necessari, anche per quanto riguarda gli obblighi del concessionario.
In conclusione si sottolinea che l’individuazione delle nuove risorse, insieme alle soluzioni già fornite in sede legislativa ai rilievi della Commissione Europea, alla completa digitalizzazione della Sardegna entro il prossimo 31 ottobre e alla definizione finale del calendario degli switch off regionali, rientra in un processo di razionalizzazione e modernizzazione del sistema radiotelevisivo – conclude la nota – portato avanti dal Sottosegretario Paolo Romani per dare una risposta concreta ai bisogni del paese e alle richieste dell’Europa.

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