I servizi streaming possono mandare in pensione la tv lineare?
Secondo uno studio condotto dalla società di consulenza nel marketing digitale Sensemakers, che ha elaborato un’analisi sui dati Auditel, Audience Analytics di Comscore e su una propria ricerca effettuata nel gennaio 2021, l’interesse per le piattaforme streaming è cresciuto durante il lockdown. Appare dunque possibile che tale medium possa superare in futuro la tv lineare.
Per tentare di contrastare tale crescita, quest’ultima prova a resistere implementando la propria offerta catch up tv (con servizi quali Mediaset Play e RaiPlay).
Servizi streaming sempre più popolari…
Il Covid, e con esso i lockdown che ne sono conseguiti, hanno messo a dura prova la tv lineare.
Essa infatti ha visto, nel tempo medio di visione, un esiguo incremento, pari all’11%. Diversamente, i servizi streaming, in grado di farsi largo durante questo periodo soprattutto tra il pubblico più giovane, hanno guadagnato un +52% sul totale del tempo medio trascorso dalle persone davanti ad uno schermo.
…ma tv tradizionale tiene duro
In ogni caso, pur avendo ottenuto una crescita inferiore, la tv lineare per il momento resta saldamente al comando di tutte quelle che sono le piattaforme di intrattenimento video. Infatti, occorre considerare che i soggetti con età maggiore di 15 anni trascorrono davanti alla televisione tradizionale il 94% del tempo totale della fruizione dei contenuti.
Invece, il tempo trascorso sul digitale è pari al 6%, mentre sale al 28% per i soggetti compresi nella fascia d’età dai 15 ai 24 anni.
Streaming on demand e live
La ricerca di Sensemakers, condotta, come detto, su una pluralità di fonti, ha anche evidenziato come gli utenti fruiscano di servizi streaming per il 70% on demand e per il 65% live. Inoltre, l’analisi effettuata rileva che i contenuti in abbonamento (c.d. subscription video on demand) registrano i livelli di utilizzo maggiori.
Spesa per abbonamenti in crescita
Questa propensione per gli abbonamenti è dimostrata dall’aumento delle persone che sono inclini a spendere per poter usufruire di servizi streaming. Nello specifico, le cifre che gli individui sono disposti a pagare variano da 23,7 a 27,2 euro al mese.
Crescita di Netflix
Su tutti, risulta particolarmente significativo il dato relativo al numero dei clienti di Netflix, che a livello globale ha raggiunto 200 milioni di unità e si ritiene che crescerà ulteriormente nel 2021.
Per quanto riguarda il pubblico italiano, Netflix ha visto raddoppiare il numero dei suoi abbonati tra il 2019 e il 2020, arrivando a contare 4,6 milioni di iscritti e prevedendo di raggiungere 7 milioni entro il 2025.
I dati Auditel
L’indagine Auditel, presa in considerazione da Sensemakers, ha inoltre evidenziato come nella seconda metà del 2020 il numero di visualizzazioni digital tv abbia registrato un aumento del 63%, di cui Sky si è accaparrata il 47% sul totale dell’anno.
Per quanto riguarda il tempo di fruizione del suddetto medium, si riscontra un incremento del 136%, che vede Mediaset al comando con il 38% del totale. Il Biscione è seguito da RAI, che ha registrato un incremento del 13% nel secondo semestre 2020, dato aumentato del 5% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Le catch up tv
Le catch up tv, ovvero il mezzo tramite il quale Mediaset e RAI danno la possibilità di rivedere i programmi dei propri palinsesti, stanno provando a contrastare il predominio dei grandi colossi svod.
Infatti, Mediaset Play e RaiPlay hanno subito una grossa trasformazione durante il periodo di lockdown, ampliando l’archivio di contenuti a disposizione del cliente e prendendosi la testa della classifica (36%) per quanto riguarda i servizi avod.
Servizi streaming gratuiti
Ciò che risulta strano è che, pur avendo visto un incremento di visualizzazioni, i servizi gratuiti rimangano comunque il fanalino di coda in termini di gradimento, con un punteggio pari a 7/10. Questo, nonostante sia un buon risultato, non è abbastanza se confrontato con il 7,4 di Sky, l’8,4 di Netflix, l’8 di Prime Video e il 7,7 di YouTube.
Il futuro è la smart tv
Sensemakers ha inoltre rivelato come stia assumendo sempre più importanza lo streaming di contenuti video da parte degli heavy user su tv connesse (78%). Inoltre, occorre considerare che il pubblico delle smart tv è particolarmente pregiato per gli investitori, in quanto trascorre più tempo di visione su questi device rispetto agli altri.
Nello specifico, le smart tv assorbono oltre la metà (52%) del tempo speso per la visione di contenuti streaming.
Fruizione condivisa
Altro elemento caratterizzante di questa tipologia di device è l’alto tasso di fruizione condivisa, con una percentuale del 70%, di cui il 32% fa riferimento alla visione con due o più persone.
Probabile aumento smart tv con transizione DTT
Ad oggi, una famiglia su tre è dotata di questo dispositivo, ma si stima che il numero sia destinato a salire notevolmente entro giugno 2022. Data in cui è previsto il termine del processo di transizione del digitale terrestre. Entro tale termine, il pubblico dovrà dotarsi di apparecchi televisivi in grado di ricevere i nuovi standard trasmissivi. E, quindi, di smart tv. (E.T. per NL)